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Un brano di Aristotele tratto dall'Etica Nicomachea sulla φιλία: sulle prime chiaro per senso generale, poi Aristotele una ad una ha tirato fuori tutte le sue difficoltà e ha ricordato che non si scherza con il suo greco. Greco in cui sono disseminate tante difficoltà che costituiscono tutte insieme il tratto dello stile sintetico che deriva dalla trascrizione di λόγοι tenuti da Aristotele nel suo Liceo.

Frequenti e riconoscibili  le ellissi del verbo ειμί ; i numerosi participi (di cui uno non accompagnato dal consueto articolo che evita la confusione tra il dativo plurale del participio attivo e la terza persona plurale dell'indicativo ) che richiedevano molta attenzione. Un bel duale della  citazione del X libro dell'Iliade, con l'uso di σύν come avverbio;  numerose ellissi , concordanze di sostantivi femminili e maschili con il neutro, quasi a voler ricondurre il particolare a categorie più generali.....

Insomma, non le mancava nulla.

Bella  versione per la scelta del tema della φιλία che si prestava a riflessioni sul rapporto naturale tra l'uomo e il suo simile nella città e nel mondo,  ma mi pongo alcune domande:

1. perché le difficoltà delle prove di greco non sono proporzionate a quelle di latino ( la versione dello scorso anno si traduceva in una -due ore) e a seconda degli  anni gli studenti vengono trattati diversamente?

2. Perché non tolgono le 200 ore di Alternanza scuola- lavoro così traduciamo più Aristotele?

Perché tradurre un testo bello come questo non è un obiettivo coerente con un tempo scuola ridotto (del 20%?), ma richiede un allenamento e una familiarità con il greco che si fa fatica a realizzare nelle classi di oggi.

Allora, fa difetto un po' di esperienza di insegnamento alla grecista - autrice di un celebre libro sulla genialità del greco- che dà ai ragazzi una serie di consigli improbabili,   tanto più per la versione di oggi,  dove i ragazzi si sono aiutati proprio spulciando il dizionario e trovando ciò che gli serviva; ma anche il Miur forse deve mettersi in sintonia con una realtà che è diversa dall'opinione di chi sceglie le prove ; oppure chi sceglie le prove deve trovare la forza di dire al Miur che ci teniamo al greco e vogliamo che i nostri ragazzi continuino a tradurre. Con tutto il nostro appoggio. 

A me sta bene una prova come questa; ma riportiamo la scuola a funzionare come scuola!