Non siamo impazziti: sappiamo benissimo che questa proposta è in totale controtendenza rispetto a vent'anni di aziendalizzazione della scuola. È proprio per questo che la facciamo e chiediamo di sottoscriverla e di condividerla il più possibile.
Questo il link per firmare: http://chng.it/5F5NBSFX
PER UNA SCUOLA DEMOCRATICA DEI SAPERI
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PREMESSA
L'ex Associazione nazionale presidi (ora "Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola") ha lanciato di recente un'inquietante proposta di riforma della scuola - che chiuderebbe il cerchio di vent'anni di disastrose 'riforme' che arrivano fino alla sciagurata legge 107 - incentrata sull'idea di attribuire un potere pressoché assoluto alla figura di un Dirigente-manager attorniato da un 'middle management' che ne trasmetta e ne realizzi le volontà; rispetto a tale figura tutti gli altri attori della scuola, trasformata in una vera e propria azienda, diventerebbero dei meri esecutori: nella proposta Anp si chiede infatti di svuotare dei poteri di controllo gli organi collegiali della scuola e, contemporaneamente, di attribuire al dirigente un'autonomia ancora maggiore rispetto allo stesso Ministero dell'Istruzione. In questo modo quello che era il Preside, chiamato ad armonizzare professionalità, saperi e sensibilità diverse all'interno dell'istituzione scolastica, diventerebbe un 'dominus' incontrollato e incontrollabile, anche per quanto riguarda le scelte sui contenuti, sui metodi e sugli strumenti della didattica, in palese contrasto con il principio costituzionale della libertà d'insegnamento, con quella che dovrebbe essere la dimensione nazionale del nostro sistema educativo ed anche con il profilo professionale manageriale che il dirigente dovrebbe assumere.
PETIZIONE
I sottoscrittori di questa petizione pensano che la strada da intraprendere sia esattamente quella opposta, e che per un autentico rilancio della scuola sia necessario porre al centro gli insegnanti, con la loro autorevolezza culturale, la loro preparazione, le loro qualità umane e la loro autonomia intellettuale, uniche garanzie di un'educazione degli studenti pluralistica, sostanziale, ricca e variegata.
Chiedono pertanto:
1) Il superamento del sistema dell' "autonomia scolastica" (così come è andato configurandosi negli ultimi vent’anni - si vedano i riferimenti normativi riportati in appendice) che ha prodotto innumerevoli distorsioni nel sistema educativo del nostro Paese. In questo modo si libererebbe il capo di istituto da incombenze burocratiche e gestionali che nulla hanno a che fare con la didattica e si realizzerebbe un modello di scuola realmente democratica e nazionale nei contenuti, nelle finalità e negli obiettivi, dove le esigenze specifiche del territorio vengano recepite in termini educativi e didattici dal Collegio docenti e dai singoli insegnanti, nell'ambito delle loro prerogative, senza il bisogno di ‘progetti-vetrina’ da utilizzare come strumenti di un’assurda “concorrenza” tra istituti;
2) L'elezione del capo di Istituto da parte del Collegio docenti o, comunque, modalità di scelta di un preside-insegnante che sia una figura di garanzia, di sintesi e di unità del corpo docente, che conosca le dinamiche dell'educazione e della trasmissione culturale. Si chiede in pratica il superamento della figura del dirigente d'azienda indiscutibile e dai poteri illimitati, lontano da quelle che sono le uniche finalità che giustificano l'esistenza della scuola, quella educativa e quella culturale;
3) Per l'immediato, la convocazione degli "Stati generali della scuola", come proposto da intellettuali come Massimo Recalcati: è infatti indispensabile, a questo punto, che le decisioni che riguardano il futuro della scuola siano prese democraticamente, coinvolgendo tutte le componenti di questa vitale istituzione, attraverso una discussione pubblica, e non nelle stanze chiuse del Ministero, di associazioni come Anp che non possono avere nessun potere 'speciale' rispetto alle altre associazioni che rappresentano i lavoratori della scuola o di Fondazioni private, che rappresentano appunto interessi privati e non pubblici, più o meno qualificate che siano ad occuparsi di queste tematiche.
In particolare, è necessario un grande confronto democratico che porti ad individuare una strategia di investimenti sul breve, sul medio e sul lungo periodo: poiché le risorse provenienti dal MEF non saranno inesauribili, è indispensabile individuare le VERE priorità della scuola, in modo da evitare sprechi e clamorosi errori. Puntare prioritariamente sulla Didattica a distanza, anche in una prospettiva di diminuzione dell'allarme da covid-19, significa ad esempio incoraggiare una metodologia d'emergenza - che non può avere nessun senso e nessuna validità educativa in tempi normali - anziché cominciare a risolvere problemi strutturali, primi fra tutti quello del sovraffollamento delle classi e della fatiscenza di molti edifici scolastici. Allo stesso modo, per fare un altro esempio, finanziare istituti come quella dell'Invalsi significa continuare a sottrarre risorse all'istruzione pubblica, senza che si sia mai posta con trasparenza la questione dell'utilità, della validità e del senso didattico, pedagogico e culturale delle operazioni compiute dall'istituto; cosa su cui, incredibilmente, non si sente mai la necessità di ascoltare chi nella scuola ci lavora tutti i giorni.
Ecco, un confronto franco, libero e aperto su queste tematiche, che coinvolga insegnanti, dirigenti, intellettuali, genitori, studenti, è a questo punto improcrastinabile, poiché questo è il momento di prendere decisioni che segneranno il futuro della nostra scuola.
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Normativa di riferimento:
Per l’abolizione (o superamento) dell’autonomia scolastica:
- L. 59/97 (cosiddetta legge Bassanini) - Capo IV, art. 21, comm. 1 e 3 (introduce la competizione tra scuole e apre agli stakeholder del territorio);
- DLGS 59/98 - Art. 25 (assegna qualifica dirigenziale ai presidi e introduce il concetto di valutazione e rendicontazione);
- D. P. R. 275/99 - Art. 3 (introduce il POF, la scuola diventa un’azienda con offerta formativa da proporre a studenti-clienti).
Per INVALSI:
- DLGS 258/1999 - l’originario CEDE (Centro europeo dell’educazione istituito nei primi anni ‘70 viene trasformato in Istituto Nazionale di Valutazione del sistema educativo di istruzione: INVALSI)
- DLGS 286/2004 istituisce il Servizio Nazionale di Valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (SNV), nonchè riordino dell’omonimo istituto, a norma degli artt. 1 e 3 della L. 53/2003 che all’art. 3 ne definisce i compiti;
- L. 296/2006 (Finanziaria 2007) art. 1, comm. 610-613 che istiutisce, presso il Ministero della pubblica istruzione, ai sensi degli artt. 8 e 9 del DLGS 300/99 la “Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica”;
- DLGS 213/2009 Riordino Enti di Ricerca (governo rimette di nuovo mano alla normativa) D. P. R. 80/2013 emana il “Regolamento sul Sistema Nazionale di Valutazione in materia di istruzione e formazione”, l’SNV valuta l’efficienza e l’efficacia del sistema educativo di istruzione e formativo.
- DLGS. 29/93 - modifica stato giuridico dei docenti assimilando questi all’intero comparto della Pubblica Amministrazione (si perde il ruolo che trasforma il contratto di lavoro in contratto a tempo indeterminato, si inserisce nella riforma che trasforma il rapporto di lavoro con lo Stato, prima disciplinato dal diritto pubblico, ora da quello privato). Gli effetti di questa riforma hanno anche ripercussioni economiche in quanto essa, agganciando le retribuzioni dei docenti al tasso di inflazione programmato, ne abbassa anche i livelli stipendiali. Anche l’abolizione dello scatto di anzianità biennale rientra in questa logica e acuisce il rapporto gerarchico tra dirigenti e docenti.
Per la 'proposta' di Anp si veda qui:
I promotori
Professione insegnante
Laura Bianco
Monica Capo
Lucia R.Capuana
Marco Cerase
Cinzia D'Eramo
Luca Malgioglio
Cinzia Sorvillo
L'elenco dei firmatari verrà aggiornato ricavandolo dalle firme nella piattaforma elettronica.