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 Mi hanno abbracciata, scritto  lettere e messaggi affettuosissimi e riconoscenti. Ecco la riposta ai miei alunni di VA e VC nel loro ultimo giorno di scuola. Ora avremo gli esami di Stato!

Cari ragazzi,

quando dico, e dirò sempre, che siete i miei alunni non è un'espressione da poco. Per me quell'aggettivo "miei" ha un valore speciale nella mia personalissima grammatica delle emozioni. Significa che vi voglio bene.

E da professoressa, che vi ha ripetuto fino allo sfinimento che le parole sono importanti, "vi voglio bene" significa che voglio per voi ogni bene. Vi ho detto alla cena che vi voglio felici. La  via per la felicità, avete studiato nella letteratura e nella filosofia, è un cammino irto di ostacoli e complesso. C'è chi dice che la felicità non esiste, chi la fa coincidere con un godimento momentaneo, chi la vede come assenza di mali, chi come viaggio, chi come meta. Io, molto semplicemente, vi vorrei felici, sorridenti, realizzati. Vorrei che insieme alle responsabilità crescenti che sarete chiamati ad assumervi manteneste la purezza ridente e spontanea di questa età. Vi auguro di avere tanto tempo e di utilizzare ogni istante al meglio perché la vita è abbastanza lunga se la saprete vivere intensamente. E per vivere intensamente non bisogna sempre ubriacarsi di emozioni; talvolta potrà essere utile  anche fermarsi, in silenzio, davanti ad uno spettacolo di bellezza quale  un tramonto,  davanti a una persona speciale che vi fa battere il cuore, davanti a un dipinto che vi lascerà a bocca aperta. Ad esempio non so se vi ho mai detto che una delle meraviglie più spettacolari che io abbia mai visto, è il dipingo del primo Dalì "Donna alla finestra". L'ho visto dal vivo ed era come se stesse aspettando me per parlarmi silenziosamente e farsi ammirare. 

Poi ci saranno  le albe magiche  per chi di voi è allodola o i tramonti mistici  per chi di voi, come me, è gufo. Vi attendono le spiagge più bianche del mondo, le montagne più alte, le città d'arte più incredibili, il libro non ancora letto, la canzone non ancora ascoltata, il ritmo non ancora ballato, il film non ancora visto. Vi auguro di aspirare alla bellezza, che non deve essere intesa solo nel senso meramente estetico, ma  che racchiuda anche un senso etico profondo, un'armonia melodiosa. Vi auguro di solcare mari sconosciuti e nello stesso tempo di apprezzare il vicino e conosciuto. La quotidianità potrà essere meravigliosa se guarderete ai giorni che verranno con occhi stupiti e capaci di trovare prezioso anche solo il sorriso di chi amate, o un buon cibo, o un bicchiere e due chiacchiere con un amico. Siate curiosi, studiate. Studeo in latino vuol dire approfondire con passione, applicarsi con zelo, desiderare. Se vi avrò insegnato ad appassionarvi all'oggetto del vostro studio avrò assolto il mio compito. 

Ricordate che non sono i lussi che vi riempiranno le ore: sono le persone la vera ricchezza. E io vi ringrazio di esserlo stati per me: dei cari e preziosi compagni di viaggio. Mi avete insegnato tanto anche se siete, probabilmente, inconsapevoli di questo. Vedere sostenere il compagno in difficoltà, stare appiccicati nei banchi col solito amico, reclamare per un'ingiustizia, ballare al cambio dell'ora, vedervi ridere e fare battute mi ha ricordato, anche nelle giornate più tristi, che c'è gioia, giustizia, amicizia, solidarietà, pienezza, vitalità. E questo è il vostro lascito per me, insieme ai vostri sinceri abbracci, che terrò come prezioso ricordo per sempre. Ricordatevi che io per Voi ci sarò sempre. Come un'amica o una vice-mamma o la Prof. o come più vi piace pensare a me. Per me voi sarete sempre " i miei alunni".  Vi voglio bene.