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Gentile Ministro della Pubblica Istruzione (Salvatore Giuliano o chi per Lei) oggi parliamo di scuola primaria.Così, tanto per cambiare. E mi permetto di parlarne io, umile e semplice maestra che da qualche tempo bazzica tra aule più o meno fatiscenti e banchi più o meno sgangherati. Tanti suoi colleghi ministri si sono avvicendati nel corso di questi miei primi 30 anni di scuola  e ognuno ha detto e, soprattutto, "fatto" la sua, in materia scolastica.

Pochi bene, secondo me, molti meno bene come chi, della scuola, sembra conservare solo qualche vaga reminiscenza legata al suo personale percorso da studente.

Qualcuno mi ha fatto notare che il peggiore insegnante, forse, avrebbe fatto meglio del migliore ministro.

Forse, chissà.

Oggi, non so se ricorda che, in seguito alle vostre disposizioni, un bambino può frequentare la prima classe elementare a 5 anni. L'importante è che ne compia 6 entro il 30 aprile. Ragion per cui, un piccolo di 5 anni è ritenuto idoneo dallo Stato italiano alla frequenza scolastica, anche se compirà 6 anni a fine prima. 

La scelta spetta ai genitori.

Ora non so se Lei, Gentile Ministro, sia mai stato a contatto con un bambino di 5 anni che, oltre a frequentare per 27 ore settimanali un ambiente diverso da quello familiare e rimanere seduto per 6 ore, deve imparare a leggere,  scrivere e far di conto. 

Sto parlando di una competenza per la quale un adulto normodotato impiegherebbe tempo e fatica immani, considerato che l'apprendimento della letto-scrittura sia una delle abilità più difficili da conseguire per un essere umano.

Per carità, ci sono bambini già pronti a tutto questo, ma ce ne sono altrettanti non ancora idonei. E non mi riferisco solo alla strumentalita' di base, ma alla maturità emotiva, alla capacità di relazionarsi in modo cooperativo con i coetanei, alla resistenza alla fatica scolastica, alla capacità di portare senza stress a compimento un'attività, a saper gestire piccole frustrazioni legate ad eventuali difficoltà e ad accettare in modo sereno le richieste e i giudizi dell'insegnante.

Essere pronti a tutto questo. 

Perché la frequenza di una prima classe di scuola primaria   I M P L I C A  tutto questo.

Che i genitori pensino che prima si comincia la scuola prima si finisce, lo posso anche capire, ma che lo pensi pure chi i bambini li conosce e li vive da vicino, mi perdoni, ho qualche dubbio.

Secondo le indicazioni del Miur la scuola deve accogliere gli anticipatari con cura e attenzione. Non immagina nemmeno, Gentile Ministro, quanto io abbia fatte mie queste parole. Per me sono Vangelo. Ma a volte tutto questo non basta. 

Non basta accogliere, non basta capire che un bambino di 5 anni deve anche giocare e dargli in classe la plastilina, i giochini didattici, non basta consentirgli di saltare ogni tanto in prossimità del banco, tra un dettato e un sequenza numerica, perché ha bisogno di muoversi, e non basta coccolarlo e prenderlo in braccio perché vuole la mamma, così come non basta fare tutte quelle cose che un insegnante di prima elementare fa quotidianamente.

In Germania, così, tanto per citare un altro sistema scolastico, si frequenta la scuola a 6 anni compiuti, 6 mesi dopo l'Italia.

E che saranno 6 mesi?? Dirà lei...

Sei mesi per un bambino di 5 anni sono come 3 anni per un adulto, penso io. 

E mi scusi se mi permetto. 

Ma anche Francia, Belgio, Lussemburgo ecc ecc si permettono, visto che fanno cominciare la frequenza obbligatoria a 6 anni suonati.

E in alcuni Paesi addirittura a 7. Eccome, se si permettono.

I bambini hanno un altro anno per giocare e per fare tutte quelle cose propedeutiche a migliorare l'autostima e alimentare il piacere dell'imparare. 

Concludendo, Gentile Ministro, non so cosa dovremo aspettarci ancora noi, poveri lavoratori della scuola italiana che ci arrabattiamo per cercare di dare il meglio tra le intemperie del cambiamento.

Speriamo solo che qualunque decisione Lei prenderà abbia a cuore il benessere dei bambini.

Sempre e comunque

Le auguro buon lavoro.