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Un nuovo episodio di violenza contro un docente. Oggi, uno studente di 17 anni, in un istituto di Avellino, ha colpito un professore con un pugno in faccia. Pare che il docente lo avesse ripreso per manovre pericolose del ragazzo con il motorino nel piazzale della scuola.

In un primo momento il tam tam delle notizie aveva raccontato di un docente caduto a terra tramortito,  poi trasportato  in ospedale col setto nasale rotto

e l' immediato intervento delle forze dell'ordine. 

Poi una nuova notizia che smentisce la prima. Nessuna chiamata  delle forze dell'ordine e nessuna corsa in ospedale: così pare. Versioni addirittura contrastanti, si dice. Infatti la polizia, che  si è davvero presentata a scuola, ma non perché chiamata, ma perché era stata allertata dal diffondersi della notizia, ha sentito sia il professore che lo studente. Il docente racconta di un rimprovero e di aver ricevuto, per tutta risposta, un pugno sul naso. Il ragazzo, invece, racconta di aver ricevuto uno schiaffo durante il battibecco succeduto al rimbrotto. Insomma, non sappiamo ancora nulla di certo, né se il docente sporgerà denuncia. Una cosa, invece, appare evidentissima: che siamo diventati bersagli e capri espiatori di maleducazione, disorientamento, disagio e solitudine di alcuni giovani che  non rispettano regole, ruoli e che, probabilmente, non hanno introitato dalla famiglia semplici, elementari e basilari regole di convivenza civile. Specchio di una società allo sbando, la società liquida di cui parla Bauman, che ha perso vecchie regole e modalità di esistenza e non è ancora capace di darsene delle nuove e ben definite. E un'altra cosa mi pare chiarissima: che  noi docenti siamo soli di fronte a questo disagio giovanile e sociale, soli con la nostra professionalità e autorevolezza. Soli con un mestiere che stanca e sfibra sempre più. Insegnare stanca!