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Tra gli obiettivi riguardanti la scuola, viene dichiarato che occorrerà:

declinare chiaramente, nella definizione delle attività funzionali d’insegnamento, l’impegno che il docente profonde nella progettazione individuale e collegiale delle attività didattiche, nella valutazione degli alunni, nell’attività di ricerca, nei rapporti con le famiglie e con la comunità scolastica ed educante, nei rapporti con le istituzioni e il territori ai fini del miglioramento della qualità dei percorsi formativi ed in ogni altra attività funzionale al lavoro d’aula.”

Leggendo tra le righe emergerebbe un  incremento delle ore di attività funzionali, … un riconoscimento del lavoro sommerso? Non proprio. Piuttosto un ulteriore aggravio, con obbligo di rendicontazione di ogni attività svolta, anche di formazione, da svolgersi nelle ore di attività funzionali, quindi 40+40+ ?.

“Declinare chiaramente” si dice. Nero su bianco ovviamente.

E’ da ricordare  anche l’ esistenza  di un documento che prevedeva 120 ore nel triennio di formazione obbligatoria, diffuso ampiamente nel web, che aveva creato non poche reazioni.

Tale documento, in vista del referendum del 4 dicembre 2016, venne tempestivamente insabbiato,  è da temere che sia riproposto al momento del rinnovo contrattuale.

Intensificazione notevole del lavoro dunque, a fronte di un aumento salariale di circa 30 euro netti, per dei lavoratori già vessati dalle numerose  e continue innovazioni che hanno triplicato il lavoro rispetto al passato e che si attenderebbero ora una retribuzione più dignitosa.

Si configura invece un vero affronto, specie in rapporto  al previsto aumento salariale dei Dirigenti Scolastici di 400 euro mensili.

Chi non ricorda poi  l’intenzione del governo di aumentare l’orario di servizio da 18 a 24 ore per tutti gli ordini di scuola?

Che dire.. scenari davvero preoccupanti per una categoria che avrebbe da tempo anche diritto ad una contrattazione separata, per la specificità della professione, non ascrivibile al generico “pubblico impiego”. 

Occorre diffidare subito i sindacati dal firmare simili condizioni peggiorative, dopo tanti anni d’attesa e al contempo coinvolgere con ogni mezzo l’opinione pubblica.

Occorre firmare la nostra petizione e diffonderla in massa