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Sembra strano ma forse occorre chiedersi quante firme occorrano affinché i quotidiani nazionali si sentano in dovere di parlare di una petizione che parte dal basso e chiede ai sindacati di non firmare un aumento-mancetta proposto dal Governo. 

In 5 giorni la petizione portata avanti da Professione Insegnante vola a oltre 54.000 firme ma nonostante le richieste fatte da migliaia di insegnanti alle principali testate giornalistiche nazionali queste rimangono mute e impassibili ignorando un movimento che coinvolge buona parte della Scuola Italiana.
La petizione continua a raccogliere firme e viaggia verso l’obiettivo di 100.000 firme da consegnare ai sindacati entro il 9 novembre, giorno in cui essi inizieranno la trattativa per l’aumento degli stipendi. Un aumento che si preannuncia magro e umiliante forse più del secchio che lo studente ha fatto volare sulla testa di un insegnante qualche giorno fa. Ed in effetti quella bbnotizia virale è stata ritenuta dai giornali molto più utile ed interessante al punto tale da oscurare una trattativa che sicuramente sarà dura ed estenuante. 

Da un lato il Governo mira a portare a casa un risultato che ritiene di capitalizzare alle prossime elezioni politiche, dall’altro gli insegnanti che dopo 9 anni di vacanza contrattuale non ci stanno ad essere presi in giro con un aumento che a regime, ovvero fra 3 anni, raggiungerà gli 85 euro lordi al mese. Se si considera che per molti tale cifra farà slittare il bonus 80 euro allora è chiaro che tale rinnovo ha tutto il sapore di una beffa. 

La raccolta firme è ancora aperta, ecco il link:

 

https://www.change.org/p/gli-insegnanti-chiedono-un-adeguamento-di-almeno-200-netti-di-stipendio-fermo-da-9-anni

 

Il consiglio direttivo di 

Professione Insegnante