Gli ultimi eventi ci mostrano come il vero male della scuola italiana siano proprio i genitori e nient’altro. Tutti noi ricordiamo il caso della collega di italiano e storia aggredita a coltellate dall’ studente sedicenne. Ne abbiamo parlato qui. Un tragico episodio dove per poco l’insegnante poteva anche rimetterci la vita. 6 fendenti tra braccio spalla, collo e testa con micro frattura.


Ebbene, come accade in casi anche meno gravi, si riunisce il consiglio di istituto e decide che per la gravità dei fatti lo studente in questione non viene ammesso agli scrutini. Di fatto basta avere un voto in condotta non sufficiente. In effetti, come giustificare una sufficienza in condotta dopo un episodio così grave?

La collega in questione nel frattempo è uscita dall’ospedale iniziando il difficile percorso di riabilitazione. Lei stessa dichiara di non aver ricevuto alcuna comunicazione, nessuna scusa da parte della famiglia dello studente. Qui già si consuma il secondo atto: nonostante il grave episodio i genitori non ritengono necessario scusarsi con l’insegnante.

Vengono fuori nel frattempo notizie anche false come quelle secondo le quali l’insegnante avrebbe messo note o abbia preso provvedimenti disciplinari nei confronti dello studente. Semplicemente quest’ultimo aveva deciso di non studiare italiano e storia.

Ce ne danno conferma gli stessi genitori che addirittura dicono: ha 8 e 9 in matematica e fisica ma insufficienza in storia, quindi non merita la bocciatura.

Ecco, quindi, la difesa affidata ad un legale con ricorso contro la decisione della scuola di bocciare ed espellere lo studente. Il legale intervistato sentenzia: “i docenti del consiglio di istituto non sono quelli che conoscono lo studente e non possono decidere la sorte dello studente”. E anche: “lo studente aveva solo insufficienza in storia (da verificare n.d.r) quindi non è da bocciare”.

Questo episodio da solo dimostra la deriva della nostra scuola. In primo luogo l’avvocato non conosce le funzioni del consiglio di istituto, formato tra l’altro per metà da persone che non sono docenti della scuola. Non sa, ad esempio, che il grave errore commesso dallo studente non ha nulla a che vedere con il suo rendimento scolastico. Lo studente poteva anche essere un genio meritevole di premio Nobel, avrebbe ricevuto lo stesso trattamento sanzionatorio. Non occorre conoscere lo studente per sanzionarlo ma i fatti ed è ciò che ha fatto l’organo preposto all’interno dell’istituto.

I genitori, con questa denuncia, ci dimostrano effettivamente come mai lo studente sia stato capace di un gesto così plateale. Molto probabilmente uno studente timoroso del giudizio e delle sanzioni dei propri genitori non avrebbe fatto una scelta così scriteriata. Lo studente riceve addirittura una difesa dai genitori sindacalisti: non merita di essere bocciato perchè ciò che ha commesso e per cui si trova in carcere non comporta la bocciatura. Se prima lo studente aveva qualche dubbio sul fatto che forse il gesto non andava compiuto, adesso, vedendosi difeso da genitori e avvocato in modo plateale, probabilmente riterrà di aver fatto la cosa giusta: se un insegnante mette delle insufficienze, va accoltellato, tanto poi si verrò promossi lo stesso.

Che fine hanno fatto i patti formativi firmati e sottoscritti tra scuola e famiglia? Dove è finita la fiducia nell’istituzione scolastica? Come è possibile educare ancora ai sani princìpi in una scuola dove addirittura uno studente accusato di tentato omicidio viene difeso dai genitori?

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