La notizia di questi giorni fa riferimento ad un liceo che ha deciso di premiare gli studenti che raggiungono la media del 9. Iniziativa che qualche decennio fa sarebbe normale, ma che adesso sembra aver fatto storcere il naso a tanti puristi dell’istruzione e della formazione oltre che agli stressi studenti.
Sui social i commenti spesso si sono divisi tra chi era a favore e chi contrario non senza polemiche accese. Questi ultimi erano chiaramente la maggior parte. I primi a criticare la scelta sono stati gli stessi studenti rappresentativi della rete degli studenti medi
Vorrei dire anche la mia, nella speranza di essere compreso.
Quando uno studente vince una borsa di studio o un premio, vince le olimpiadi di qualche disciplina come informatica, matematica o latino e raggiunge dei risultati eccellenti e lodevoli, abbiamo mai pensato al fatto che tutto questo sia scandalosamente “ingiusto” nei confronti di chi non ce la fa o non ha le stesse doti? Quanti sono i docenti che vantano a ragione i loro studenti che raggiungono livelli eccellenti? E’ forse una fonte di ansia per coloro i quali non sono eccellenti?
Gli stessi studenti poco volenterosi e poco dotati sono i primi ad ammettere con serenità che non siamo tutti uguali. Non credo francamente a tutte queste ansie. Nelle mie classi non ho mai visto uno studente che non raggiunge la sufficienza avere ansie per un 9 dato ad uno studente eccellente. E quando ho molto gentilmente indicato qualche compagno degli anni precedenti che lavora e ha raggiunto un certo successo, la risposta più normale è stata: “prof. è normale, lui è molto bravo, non possiamo essere tutti così. Ecco, un evento normale per gli studenti mette forse ansia agli stessi docenti, i paladini della uguaglianza (o equità?)
Le narrazioni secondo le quali occorra sempre dare supporto solo a chi ne ha più bisogno unito al buonismo del “non si boccia mai” hanno prodotto un livellamento verso il basso mostruoso. Sono fermamente convinto che se una buona dose di responsabilità legata ai pessimi risultati sia legata proprio a questo circolo vizioso.
In tutto questo la plus dotazione è diventata anche essa un problema, un problema di Bisogni Educativi Speciali ed io ne sto vedendo gli effetti negli ultimi anni. In ognuna delle mie classi ho seriamente problemi con due o tre studenti che si annoiano tutto il giorno perchè io sono impegnato con tutti quelli che non ce la fanno (o non vogliono farcela).
Cosa toglie agli altri un premio all’eccellenza? Dove sta il dramma? Quali sarebbero le “ansie” degli studenti meno dotati che si riterranno addirittura umiliati da un simile premio?
Qualche docente addirittura dice: non è una corsa paritetica, si parte ad “armi” impari. Ma allora come mai dopo la maturità tutti gli studenti che continuano gli studi vanno a sbattere contro una realtà diversa? Se veramente non vogliamo mettere “ansie” come mai non aboliamo anche il voto e diciamo a tutti “bravi” alla stessa maniera? E’ veramente sbagliato premiare colui che con dedizione studia e raggiunge risultati eccellenti e magari può essere un esempio da seguire? La scuola buonista, quella del 6 politico, quella che scambia l’equità con l’uguaglianza forse non ambisce alle eccellenze e quasi certamente è a favore di un livellamento delle competenze.
Del resto tutto il mondo dello sport ci insegna il sacrificio, la dedizione la competizione sana dove non importa se non si arriva primi ma comunque si compete. E competere non ricorda forse qualcosa come la competenza? Ora, al netto del fatto che piuttosto che queste ultime io preferisca le conoscenze, quelle approfondite, che differenza c’è tra lo stabilire una valutazione associare a questa un premio?
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