E’ la fotografia del prossimo anno scolastico quella che emerge non appena chiuse le iscrizioni on line. Secondo i dati diramati dal Ministero dell’Istruzione, i licei si confermano in testa alle scelte degli studenti. Analizzando i dati, tuttavia, c’è da registrare il fatto che il vero boom riguarda i licei cosiddetti light, quelli cioè derivati dai licei tradizionali e infarciti di qualcosa che li renda più “appetibili”. il 57% dei futuri liceali, infatti, per meno della metà (27% di cui 5,8% liceo classico, 14,1 liceo scientifico e 7,1 liceo linguistico) è composto dai licei tradizionali. Il restante 30% è composto da un insieme di licei che ormai hanno perso la vera e propria identità liceale. Si va dal liceo delle scienze applicate dove sparisce il latino per essere rimpiazzato da qualche ora di informatica, al liceo dello sport dove le discipline caratterizzanti del liceo scientifico vengono sostituite dalle scienze motorie.


I tecnici reggono ma le iscrizioni non aumentano a dispetto delle forti richieste nel mondo del lavoro di periti esperti di informatica, meccatronica e altre discipline tecnologiche.

Calano, addirittura, i professionali dal 12,7% al 12,1%.

C’è da chiedersi quale sarà la fotografia di questi studenti fra 10 anni quando avranno 24 anni. Cosa sapranno fare? Che risultati avranno ottenuto? Di certo del 57% dei liceali molti resteranno senza alcun titolo veramente spendibile nel mondo del lavoro. Infatti, a fronte del 57% dei liceali, solo il 18% degli studenti. (tutti e non solo ex liceali) consegue una laurea triennale. Se per assurdo ipotizzassimo che tutti e soli i liceali vadano poi all’università, circa il 39% rimane senza una laurea e senza un diploma spendibile nel mondo del lavoro.

Occorre che vada superata l’idea consolidata secondo la quale i bravi vanno al liceo, i meno bravi frequentano un tecnico e i più pigri un professionale. Spesso il primo consigliere per gli studi futuri è proprio il corpo docente della scuola media inferiore che tende a fare una classificazione a tratti deleteria e dannosa per lo studente. Prova ne è il fatto che ogni anno c’è una percentuale sempre più consistente di studenti che cambiano corso di studi anche ad anno scolastico inoltrato.

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