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Rami, Adam, Ricky: sono i nomi dei tre ragazzi che hanno permesso che il sequestro dell'autobus dirottato a Milano non finisse in tragedia.

«Rami — ha raccontato Riccardo detto Ricky, un suo compagno di classe,- è stato furbo: aveva nascosto il cellulare, ha fatto le prime chiamate al 112. A un certo punto gli è caduto per terra, senza farmi vedere sono andato a raccoglierlo e l’ho passato ad Adam, dietro di me».  A quel punto Adam ha chiamato i genitori. Ha dovuto farlo tre volte, perché aveva avuto paura di essere scoperto e perché all’inizio credevano si trattasse di uno scherzo.

Nel frattempo i compagni alzavano la voce per coprire le telefonate e non farle sentire al sequestratore.

Un perfetto lavoro di squadra che ha permesso di allertare i carabinieri.

Rami ha detto che da grande vorrebbe fare il carabiniere. Chissà se aveva già in mente questa prospettiva o proprio questa sventata tragedia gli ha suggerito questa idea. Certo è che ha mostrato sangue freddo e spirito di iniziativa.

I carabinieri intervenuti coraggiosamente hanno liberato tutti i 51 studenti. Gli ultimi ad uscire dall'autobus in fiamme sono stati i docenti di educazione motoria che accompagnavano la scolaresca e la collaboratrice scolastica. Si sono assicurati che i ragazzi fossero tutti in salvo prima di mettere in salvo sé stessi.  Una storia di coraggio, di altruismo, di collaborazione,responsabilità e  di eroismo che ha portato al lieto fine, nonostante il trauma, oggettivamente grande, subìto dai sequestrati.

Questa è una di quelle  storie che mi rendono orgogliosa dei miei collegi, dei nostri ragazzi, delle forze dell'ordine e perciò ho voluto raccontarla!

L' intervista completa:

https://milano.corriere.it/19_marzo_20/racconto-ragazzini-avevamo-paura-quel-terrore-sembrava-non-finire-piu-76f0e9fa-4b1e-11e9-84f1-6f7b19b096e5.shtml