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Emendamento per superare il limite di 36 mesi per gli incarichi di supplenza, apportato dalla maggioranza, e che avevamo inserito nei 12 punti presentati in Senato da noi di Professione Insegnante.

Infatti in Italia  si continua imperterriti ad abusare dei contratti a tempo determinato e fa specie che a farlo sia lo stesso  Stato in qualità di  datore di lavoro. E su proposta della maggioranza i giorni scorsi si è avuta la  presentazione in Parlamento di un emendamento al decreto Dignità con il quale M5S e Lega intendono superare il tetto massimo di mesi di supplenza dei docenti e del personale ATA della scuola imposto dalla riforma Renzi. Infatti  il divieto attuale, che rovescia  le indicazioni UE, è stato introdotto dalla Legge 107/2015, la cosiddetta Buona Scuola, e decorre dal 1° settembre 2016, con effetti di mancata possibilità di potere accettare supplenze di lunga durata già dal 2019.  Quindi da precari a disoccupati sarebbe stato il risultato   invertendo di senso il limite di 36 mesi  che voleva avere come risultato una stabilizzazione maggiore, che pur sempre auspico, e non ad un'impossibilità di continuare a lavorare.

 Ora l’emendamento al dl dignità presentato dalla maggioranza vuole dire basta a quell’ingiusto limite dei 36 mesi, previsto a decorrere da settembre 2016 “per i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati con il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, per la copertura di posti vacanti e disponibili”. La modifica avrà bisogno  della votazione per entrare a far parte del DL in questione e quindi da convertire in legge dello Stato italiano. I proponenti sono la maggioranza per cui immagino non ci saranno problemi.

La presentazione dell’emendamento, sostenuta dai due partiti che compongono la maggioranza dell’attuale esecutivo, è stata accolta con soddisfazione dalla gran parte dei docenti precari del mondo della scuola. Certo il fenomeno del precariato non è così risolto e ci sono ancora tante criticità su più fronti. E' un primo passo cui, auspico, seguiranno altri fatti di rilievo.