didattica

Nella prassi didattica talvolta mi trovo a fronteggiare le frustrazioni dei ragazzi che non riescono a svolgere con successo i compiti assegnati e che spesso hanno livelli di abilità, competenze, stili di apprendimento e metodi di studio molto diversificati. Trovo sempre utile spiegare loro che quando provano difficoltà e provano fatica significa che stanno imparando qualcosa che non sanno ancora fare.

Utile per guidarli in questo processo la teoria del pedagogista Vygotskij riguardante la Zona di Sviluppo Prossimo (ZSP). La ZSP è definita come la distanza tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale, ovvero quello che può essere raggiunto con l'aiuto di altre persone, che siano adulti o dei pari con un livello di competenza maggiore Secondo Vygotskij, l'educatore dovrebbe proporre al discente problemi di livello un po' superiore alle sue attuali competenze, ma comunque abbastanza semplici da risultargli comprensibili; insomma, all'interno di quell'area in cui il discente può estendere le sue competenze e risolvere problemi grazie all'aiuto degli altri.

Quello che l'attuale linea metodologica chiama tutoring altro non è che la messa in atto di questo procedimento che ogni buon educatore, anche empiricamente e in assenza di riflessione metodologica, compie. La riflessione metologica occorre a noi docenti per costruire attività da proporre nelle lezioni affinché siano quanto più efficaci possibile.

Se il processo è impostato correttamente, la zona di sviluppo attuale del discente si amplia, includendo quella che in precedenza era la zona di sviluppo prossimo; in altre parole egli diventa capace di eseguire autonomamente un compito che prima non sapeva eseguire. All'esterno della zona di sviluppo attuale si crea una nuova zona di sviluppo prossimo. Questo processo iterativo dovrebbe dunque permettere al discente di acquisire nuove capacità senza sperimentare la frustrazione del fallimento.

Porre dunque il discente nella condizione di operare uno sforzo intellettuale e di sentirsi nella condizione di far fatica a svolgere un compito nella consapevolezza che il risultato iniziale non comporterà un brutto voto, che sarà premiato lo sforzo e il passaggio da un livello A ad uno B di acquisizione. Tale modalità di progettazione ha il vantaggio di permettere agli studenti di migliorare progressivamente il proprio livello di partenza.

Esempio: contesto classe di un I liceo con n. 28 alunni con livello di competenze molto eterogeneo.

Obiettivo finale: sviluppare gusto della lettura, miglioramento capacità critiche, migliorare abilità di lettura, scrittura, comprensione di un testo, capacità logico-sintetiche, capacità analitiche, capacità astrattive, ampliamento gusto estetico. Proposta: Il racconto giallo.

Attività A: studio elementi di narratologia.

Attività B. Conoscenza delle caratteristiche specifiche del racconto e romanzo giallo.

Attività C. Lettura di racconti gialli con analisi guidata del livello del narratore, tempo e spazio, sistema dei personaggi (opzione C1 con scheda già proposta e test a scelta multipla; opzione C2 con scheda proposta a risposte aperte e a scelta multipla; opzione C3 con domande guida cui rispondere in maniera fluida e ampia) .

Attività D. Analisi scritta non guidata di un racconto giallo.

Attività F: scrivi un racconto giallo. Una progettazione così strutturata ha il vantaggio di far lavorare ciascuno studente al proprio livello di competenza che sarà gradualmente migliorato anzi ampliato grazie alle attività suggerite di tipo sempre più complesso, che richiedono sforzi raggiungibili in classe, con la guida dell'insegnante, nei lavori di gruppo con pari più competenti; a casa il lavoro assegnato comporterà sforzi sempre maggiori.

Il risultato finale sarà che ogni alunno avrà scritto il proprio racconto giallo prima in bozza, poi corretto in classe e/o migliorato progressivamente attraverso lo strumento della lezione guidata e partecipata. Tutti i 28 alunni hanno scritto un racconto giallo. Valutare è motivare ed è premiare lo sforzo impiegato insieme al risultato ottenuto.