Quando venne promulgata la legge 107, la frase “Senza ulteriori oneri per lo Stato” è stata utilizzata ben 31 volte. Sì, avete letto bene, 31 copia e incolla in tutte le “innovazioni” da portare avanti a costo zero.
Non a caso si trattava sempre di novità che rappresentavano un ulteriore aggravio di lavoro per il docente. Da allora la pratica si è consolidata e anche nella legge di bilancio la frase ricorre molto piacere di quanto si possa pensare.
Un esempio recente riguarda la proposta di ridurre le classi pollaio. La risposta è stata sorprendentemente positiva: sì, aboliamo le classi pollaio, riduciamo il numero di studenti per classe… ma senza assumere altri insegnanti. Ovviamente il mago dei numeri dovrebbe spiegarci come sia possibile fare classi meno numerose e fare sempre lo stesso numero di classi con lo stesso organico.
Prendiamo ad esempio il caso dell’insegnamento di ed. civica. Una sorta di grande “battaglia” vinta dai ministri M5S che hanno fortemente voluto l’introduzione di questa disciplina, dimenticandosi che non è mai sparita e che è stata assorbita in storia, quando si chiamava storia ed ed. civica. Non ricordano neanche che non solo storia ha assorbito l’ora di ed civica ma addirittura viene incorporata, per la riforma Gelmini, a geografia, dando origine ad un mostro come geostoria. In questo caso per ridurre ore quindi risparmiare.
E quindi anche ed. civica viene introdotta ormai per il terzo anno consecutivo “senza ulteriori oneri per lo stato”. Inutile spiegare come, lo abbiamo descritto bene in questo articolo.
Ma no finisce qui. Si introduce il Mobility Manager, una figura che secondo le intenzioni spetta ad un docente incaricato ma senza che egli possa avere esonero orario né riconoscimento economico, insomma: senza ulteriori oneri per lo Stato.
Bene, ripercorrendo all’indietro tutte le porcherie approvate laddove c’è un coinvolgimento del personale docente, la dicitura “senza ulteriori oneri per lo Stato” è una costante. E gli insegnanti sempre più sovraccaricati di oneri di lavoro aggiuntivi aspettano il rinnovo del contratto da 3 anni. Per quello non c’è spazio tra i 18 miliardi che si stanno stanziando per la Scuola.
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