Ieri mentre si decideva sulla riapertura, Professione Insegnante ha indetto un sondaggio sul gruppo. Hanno risposto quasi 4000 insegnanti.
L’86% è contrario alla riapertura in presenza e chiede misure di sicurezza efficaci che spazzino via molte preoccupazioni. Si calcola che circa 50mila insegnanti non saranno in cattedra perchè positivi o comunque in quarantena fiduciaria e questo potrebbe creare ancora più caos.
Ciò che veramente salta all’occhio è un Ministro che ignora le richieste di sindacati, delle regioni e degli insegnanti. persino l’associazione nazionale presidi era favorevole ad uno slittamento ma sembra che la DaD sia demonizzata oltre ogni misura.
Ciò che, invece, emerge è il fatto che il diktat venga da Confindustria e comunque dai settori ritenuti “produttivi” che altrimenti non avrebbero dove portare i propri figli in caso di proroga della riapertura. “salvare” la scuola dalla DaD per alcuni equivale a salvarla dalla mancanza di assistenza per i minori.
La scuola, quindi, ridotta a luogo di babysitteraggio e nulla di più. Dietro il paravento della difesa della scuola in presenza si nasconde ben altro e da qui l’ostinazione del ministro ad accontentare alcune categorie piuttosto che ricorrere a misure di sicurezza.
Un anno fa più o meno in questo periodo era il turno della Azzolina, ma mai ci si sarebbe aspettato un ministro che demonizza così tanto lo stop alla scuola in presenza che non è detto significhi necessariamente DaD ma un periodo che potrebbe essere recuperato a giugno ritardando la chiusura.
Il combinato disposto tra il No di Brunetta allo smartworking per la PA e l’esigenza di portare i bambini da qualche parte visto il lavoro in presenza ha causato una miscela esplosiva di negazione dell’evidenza che ha stupito anche gli osservatori esteri.
Dal canto suo la sottosegretaria Floridia esce con un comunicato scandaloso secondo il quale “è a causa della chiusura delle scuola che si sono impennati i contagi non per via delle festività” come tutti pensano, come a voler dimostrare che un veglione trascorso a scuola avrebbe portato benefici.
Al momento attuale non si conoscono, comunque i numeri degli studenti positivi, non si conoscono i numeri di coloro che sono entrati a contatto con positivi, non è dato sapere quanti insegnanti non rientreranno per svariati motivi il 7 o 10 gennaio.
E così alla fine un ministero che deve gestire 10 milioni di persone tra studenti e personale, va avanti ignorando tutti ed elargendo comunicati per nulla credibili.
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