Fa discutere la nuova proposta delle regioni per “snellire la burocrazia”. Una proposta irricevibile addirittura appoggiata anche dal sottosegretario Sileri.


Per rispondere ad una grave inadempienza delle USCA e delle stesse regioni incapaci di monitorare la situazione, si pensa a quello che si definisce “snellimento burocratico”. Dopo il danno arriva la beffa. Se le norme sono contorte, per snellirle basta eliminare i controlli e affidarsi al buon senso degli studenti.

Secondo quanto propongono le regioni, gli studenti che eventualmente hanno avuto contatti con un positivo possono fare tampone in farmacia e comunque rientrare a scuola, indipendentemente se siano o meno vaccinati. E’ uno stratagemma che punta ad evitare che centinaia di migliaia di studenti stiano a casa in quarantena. Tutti sanno che nei primissimi giorni il virus potrebbe non manifestarsi, quindi si potrebbe arrivare all’assurdo che un alunno asintomatico anziché stare per qualche giorno in quarantena a casa, possa entrare a scuola con un tampone della prima ora che non rivela alcuna positività, cosa che potrebbe rivelarsi successivamente come si sosteneva con le vecchie regole, dal tempo T0 al tempo T5.

Quale sarebbe il vantaggio di una mossa del genere? Riuscire a portare più studenti a scuola e fermare l’emorragia messa in atto da scelte scriteriate del Governo? Sicuramente. Sono di ieri le notizie diramate da Bianchi che parla di 15% di alunni a casa. Poi man mano che parla si confonde e scambia sempre alunni per classi. il 15% degli alunni rappresenta più di un milione di studenti in DaD o didattica mista.

Secondo alcune notizie del monitoraggio effettuato dai dirigenti ogni classe ha almeno un positivo e, ovviamente, tanti altri che sono venuti a contatto. Nelle scuole superiori una classe su tre è in DaD, le altre quasi tutte in didattica mista.

E’ chiaro, quindi, che le regioni pensano di correre ai ripari attraverso una inversione di marcia di cui non si capisce il significato. Sino a 20 giorni fa puntavano alla DaD per tutti, adesso cambiano idea mentre triplicano i casi di positività tra gli studenti.

Ma cosa accadrà se le richieste dovessero essere recepite su scala nazionale? Di sicuro si invertirà tutto. Se gli studenti probabilmente positivi andranno a scuola senza aver fatto prima un periodo di quarantena perchè a contatto con positivi, quelli sani sicuramente resteranno a casa perchè i genitori responsabilmente eviteranno di mandarli a scuola per evitare contagi quasi certi.

Il risultato sarà quello di svuotare ulteriormente le scuole. L’important eè che siano fisicamente aperte. Gli insegnanti si ritroveranno con le classi miste dove gli studenti asintomatici saranno in presenza e i sani on line. Questo sempre che venga concesso ai sani di stare in DaD poiché le indicazioni avute sino ad ora giustamente concedono il beneficio della DaD solo a chi si trova impossibilitato ad andare a scuola perchè positivo, a contatto con positivo o al massimo non vaccinato in classe con positivo.

Una babele, insomma, da cui il Ministro non riesce ad uscirne. Una situazione dove le pezze sono peggio dei buchi. Una situazione di estremo rischio per gli insegnanti costretti a stare in aula con tanti studenti potenzialmente positivi a loro insaputa e all’insaputa di tutti, non tenuti a quarantena né a verifiche approfondite.

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