La scuola è un luogo di crescita democratica e di libera espressione di pensiero. Essa è anche un luogo dove l’educazione civica forse andrebbe studiata meglio. Ed è forse per questo che la lettera della preside Savino del liceo Michelangiolo di Firenze assume un significato didattico molto importante.


I fatti

Davanti all’ingresso del liceo Michelangiolo di Firenze alcuni studenti appartenenti ad Azione studentesca erano intenti a distribuire volantini. Nasce una rissa che coinvolge tre studenti maggiorenni e tre minorenni comunque estranei alla scuola. Le ricostruzioni fatte dalla Digos successivamente dimostrano la loro appartenenza all’associazione di matrice neofascista.

Doverosamente la Dirigente Savino ritiene di scrivere una lettera agli studenti molto interessante:

Cari studenti,

in merito a quanto accaduto lo scorso sabato davanti al liceo Michelangiolo di Firenze, al dibattito, alle reazioni e alle omesse reazioni, ritengo che ognuno di voi abbia già una sua opinione, riflettuta e immaginata da sé, considerato che l’episodio coinvolge vostri coetanei e si è svolto davanti a una scuola superiore, come lo è la vostra. Non vi tedio dunque, ma mi preme ricordarvi solo due cose.

Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. “Odio gli indifferenti” – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee.

Il Ministro non ha digerito il riferimento al fascismo e ha reagito con un messaggio molto duro e intimidatorio:

“E’ una lettera del tutto impropria, mi è dispiaciuto leggerla, non compete ad una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà: in Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista, difendere le frontiere non ha nulla a che vedere con il fascismo o con il nazismo. Sono iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole; se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure”.

Ecco, Professione Insegnante condanna le parole del ministro Valditara che strumentalizza l’azione della dirigente la quale ha approfittato di un atto violento e di stampo fascista come il pestaggio avvenuto davanti alla scuola per una memorabile lezione. La negazione del ministro equivale all’approvazione di quanto successo davanti alla scuola: il pestaggio, forse, per il Ministro è un atto accettabile.

Sembra chiaro ed evidente che la preside abbia toccato un nervo scoperto ed il Ministro non sia riuscito a trattenersi dal puntualizzare. La chiosa finale forse definisce le idee del Ministro. Se si dovesse ripetere una simile azione addirittura prenderebbe delle misure.

Speriamo di sapere cosa ne pensa la Premier Meloni. Ad oggi nessun messaggio pervenuto.

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