Quella del docente tutor è l’ultima trovata del Ministero dell’Istruzione e del Merito: docente tutor e orientatore. Una figura che forse all’estero ha un ruolo particolare ma che in italia per come è stata declinata dal Ministero probabilmente sarà un altro mattone pieno di burocrazia e carte inutili.


DI cosa si tratta?

Il tutor dovrebbe aiutare gli studenti del triennio degli istituti di primo e secondo grado alla loro crescita e allo sviluppo delle proprie competenze. In pratica il tutor dovrebbe aiutare lo studente a creare un E-portfolio personale che dimostri le competenze acquisite e inoltre di consigliare le scelte sui futuri percorsi formativi.

Di fatto il tutor dovrebbe operare in rapporto 1:1 con ogni studente che gli viene affidato ed elaborare ulteriori documenti burocratici.

Il docente orientatore dovrebbe completare il lavoro del tutor proponendo agli studenti in sua custodia indicazioni sulle scelte lavorative o di studio in base al contesto territoriale.

Tutor e orientatore si pongono come consiglieri nei rapporti tra scuola e famiglia e mantengono un ruolo di mediazione privilegiato dal rapporto 1:1 con lo studente.

Il Ministero ha messo a punto una piattaforma per l’orientamento contenente informazioni relative alla formazione superiore post diploma. Essa dovrà favorire anche l’incontro tra le competenze acquisite dagli studenti e l’offerta formativa nel territorio.

Ma la cosa più stravagante che si può incontrare in questa nuova “avventura” riguarda l’E-port-folio dello studente. Esso dovrà comprendere il percorso di studi compiuto con annessa eventuale personalizzazione, lo sviluppo documentato di tutte le competenze compreso il PCTO e, udite, udite: “la scelta di almeno un prodotto riconosciuto criticamente dallo studente in ciascun anno scolastico e formativo come il proprio “capolavoro”.”. Sì, c’è scritto proprio così.

Proviamo a fare alcune considerazione in merito. Da una attenta lettura della norma emerge sostanzialmente il fatto che questo progetto mira a produrre ulteriori carte anche se in formato elettronico. Documenti che di certo non dicono nulla di nuovo riguardo alle già carenti competenze degli studenti come emerge da tutti gli indicatori Nazionali. Forse non si capisce che uno studente non trova lavoro dopo il diploma non tanto per via del fatto che non documenta le proprie competenze ma per il fatto che queste ultime sono scarse e a tratti inesistenti.

Finita la maturità gli studenti spesso si scontrano con un muro insormontabile. Certo, alcuni riescono a fare le proprie scelte ma la maggior parte arranca. Si va dagli insuccessi negli studi universitari per via della carenza delle competenze con cui entrano negli atenei all’incapacità di poter essere operativi in azienda. Uno studente che termina il percorso di studi per periti informatici già dallo stesso nome del percorso dovrebbe trovare subito lavoro, invece si accorge che ciò che sa fare in effetti è nulla in base a ciò che viene richiesto. E a nulla potrà valere l’inserimento di quel nulla nel suo E-Port-Folio. Mi permetto di dire ciò con l’esperienza che mi è concessa. In ogni mia classe, al più uno o due studenti sarebbero in grado lavorare a ciò per cui hanno studiato.

Vediamo adesso l’aspetto economico. Come si è visto tutor e orientatore dovranno occuparsi di produrre documenti. Sui consigli che saranno in grado di dare sarei molto scettico. Questi dovrebbero comunque essere connessi ai contenuti dei documenti prodotti che come abbiamo visto spesso sono scadenti.

Il docente tutor percepirà un compenso che varia dai 2850 ai 4750 euro LORDO STATO, il docente orientatore percepirà un introito tra i 1500 e i 2000 euro sempre LORDO STATO. E’ importante sottolineare che siano compensi lordo stato perchè il netto in tasca sarà meno della metà. In base alle ore necessarie e al numero di studenti da supervisionare la UIL ha elaborato il seguente calcolo.

Da questa tabella emerge chiaramente la mole di lavoro ma soprattutto il compenso orario finale. Di fatto l’obiettivo è valorizzare il merito dello studente ma il docente tutor – orientatore merita solo 5,16 euro per ogni ora di lavoro svolto.

Personalmente sono portato a pensare che le ore descritte in questo quadro vadano riviste al rialzo, quindi il compenso orario che ne deriva andrà rivisto al ribasso. Come si evince dalla tabella, il docente dovrebbe impiegare in media 6 ore settimanali del proprio tempo libero per occuparsi di questa mansione. E’ veramente il caso di rinunciare a 6 ore del proprio tempo libero? Da non sottovalutare, poi, l’incremento del cumulo reddituale annuo considerevole con contribuirà a rivedere le tasse pagate ed eventuali sorprese in fase di conguaglio.

Ma attenzione: non tutti gli insegnanti possono diventare tutor. Per esserlo occorre:

  • Essere nelle grazie del dirigente
  • Aver avuto in passato alcuni incarichi rognosi come tutor PCTO o funzione strumentale.
  • Deve poi seguire un corso GRATIS senza retribuzione della durata di 20 ore

Il dirigente dovrà selezionare un tutor ogni gruppo di studenti che varia da 30 a 50 unità. In molte istituzioni, quindi saranno necessari anche 8-10 tutor.

Il dirigente dovrà comunicare in piattaforma ministeriale da oggi ed entro il 2 maggio le candidature dei docenti “papabili” a cui proporre la formazione. Solo dopo la formazione questi docenti sapranno se sono stati “selezionati” o meno dal dirigente (altra chicca succulenta di questa iniziativa).

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