Quello dei piani straordinari di reclutamento, insieme alla parola “riforma” è il tema più caro ad ogni ministro che sale sullo scranno di via Trastevere. La politica scolastica degli ultimi 20 anni è piena di riforme e annunci di reclutamento prontamente finiti in una bolla di sapone. Ciò non tanto per via del fatto che manchino i posti ma per un problema che i vari ministri non conoscono o fanno finta di non conoscere.


Proviamo a fare una cronistoria a partire dalla storia redente e dalla riforma 107. In quel contesto Renzi provò a fare il simpaticone con gli insegnanti annunciando 102mila posti. Aveva capito che in alcune aree del Paese mancavano docenti e che la loro disponibilità era distribuita in modo disomogeneo. L’inganno di proporre ai docenti di farsi assumere in ogni angolo del Paese possibile funzionò solo in parte.

Nonostante i tanti proclami e nonostante la caramella (per alcuni avvelenata ma per molti ghiotta e irrinunciabile) delle centomila assunzioni, quasi 30mila posti rimasero vacanti. Inutile ricordare che sul potenziamento per far quadrare i conti vennero assunti docenti non richiesti dalle scuole.

Nel 2017 mentre gli insegnanti provano ancora a digerire il fatto di essere sbattuti ovunque nel Paese e mentre la scuola prova ad attutire il contraccolpo la ministra Fedeli annuncia 52.000 assunzioni in pompa magna. Non dice che metà di quei posti sono esattamente quelli rimasti vacanti dopo l’applicazione della legge 107. L’interesse è mostrare i grandi numeri salvo poi non spiegare come mai ad inizio anno scolastico 20mila cattedre rimangono vacanti.

Dopo la Fedeli, tocca al Ministro Bussetti il quale per poco meno di 2 anni annuncia grandi immissioni in ruolo. Ovviamente non si tratta di nuovi posti ma della minestra riscaldata costituita per metà dai posti rimasti vacanti dal piano precedente. Nel 2018 il Ministro parla di oltre 57mila assunzioni. Non riuscendo ad assumere quasi nessuno per via della mancanza di nuovi concorsi l’anno successivo il Ministro la spara grossa: 100.000 cattedre. Inutile dire che si tratta di accumuli di tutte le cattedre rimaste vacanti negli anni precedenti.

Nel 2020 è il turno della min istraderete Azzolina. Il suo predecessore le ha lasciato in eredità oltre 55mila cattedre vacanti che sommati ai circa 30mila pensionamenti fanno 85.000. Ecco la grande notizia: pronti 85.000 nuove assunzioni. Il 1 settembre 2020 si contano ben 62500 cattedre rimaste vacanti dopo il grande piano della Ministra Azzolina. E’ riuscita ad assumere poco più di 20mila docenti ma non fa nessun proclama.

E’ il turno di Bianchi che spara numeri intorno ai 100mila posti ma di questi due su 3 sono i posti lasciati vacanti da chi l’ha preceduto. Tra concorsi di ogni genere riesce a ridurre qualcosa ma è ben lontano dalla stabilizzazione: 55mila cattedre resteranno vacanti.

Nel 2022 Bianchi ci riprova: 94mila cattedre, 52mila resteranno vacanti.

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