In questi giorni in rete circola un parere non richiesto, l’ennesimo di un personaggio che di fatto non conosce la scuola.


Durante una rassegna stampa all’emittente radio RTL 102.5, Davide Giacalone, classe 1959, giornalista e scrittore, parla dell’aumento degli stipendi degli insegnanti che a suo dire non deve essere per tutti. Come se adeguare lo stipendio all’inflazione da record dovesse essere il risultato di un merito.

Ma Giacalone ci va giù ancora di più quando dice: la scuola non è uno stipendificio. Avrei voluto chiedergli se conoscesse l’entità dello stipendio di una maestra o di un prof. Credo di no.

Ma chi è Davide Giacalone? In effetti il cognome mi risuonava in mente come qualcosa di vecchio, e allora sono andato a cercare in rete qualcosa che lo riguardi e ho subito avuto una folgorazione.

Davide Giacalone, il più giovane arrestato nell’inchiesta mani pulite: 34 anni nel 1993.

Giacalone, colui che disse: “Oggi varco il portone di un carcere, pronto a chiarire la realtà dei fatti, ma non potendo in nessun modo confermare le accuse che mi vengono rivolte”. In realtà Davide Giacalone, 34 anni, quando si trovò di fronte a un Di Pietro particolarmente ringhioso, qualche ammissione l’ ha dovuta fare, prima di essere trasferito nel carcere di San Vittore. (fonte Repubblica, 19 maggio 1993)

Giacalone, che ha dovuto ammettere che, quando era consigliere personale di Oscar Mammì, ministro delle Poste nel governo di pentapartito, una valanga di miliardi arrivò nel suo ufficio al ministero. A portare i soldi era Giuseppe Parrella, direttore generale dell’ Asst, l’ azienda telefonica di Stato. Una valanga di contanti – il mandato di cattura parla di otto miliardi – che Giacalone racconta di avere girato ad alcuni esponenti del Pri.

Giacalone che sempre consigliere di Oscar Mammì, che ebbe un ruolo determinante nell’assegnazione delle frequenze a Fininvest, anzi si vantava di essere il plenipotenziario in quel campo ancora inesplorato.

Giacalone, giornalista e scrittore con un passato tale da non potersi permettere di parlare di scuola e di insegnanti.

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