All’indomani della chiusura della fiera Didacta piena, colma, zeppa di proposte tutte uguali ho fatto un sogno che più che altro era un incubo.


Ho sognato 3 sorelle in conflitto tra di loro ma che intendono spartirsi una torta di fondi per la scuola mai vista prima d’ora: circa 2 miliardi di euro per allestire almeno 100mila aule didattiche innovative, le famose classi 4.0.

Ho sognato aule immersive da 30mila euro per la realtà virtuale da impiantare nella scuola reale magari per imparare le tabelline in modo nuovo. Ho sognato robot costosi dai prezzi gonfiati proposti in tutte le salse ma con dubbi sulle ricadute didattiche.

Ho visto costosissimi robot umanoidi che salutano cordialmente ma difficili da gestire e programmare per una scuola dell’obbligo che non andranno al di là di uno spettacolo circense corredati di un più di codice messo lì tanto per dimostrare che funzionano ma dati in mano a docenti che non avranno la minima idea di cosa farsene.

Ad un certo punto ho visto questi strumenti riposti negli armadi e chiusi a chiave, inutilizzati come tanti altri per paura di romperli o per incapacità di saperli usare o dopo aver realizzato di aver fatto pessimi acquisti. Ma alle tre sorelle poco interessa, importante è aver venduto. Poco importa se alle scuole servivano PC e tablet, poco importa se alle scuole servivano software anche poco costosi ma funzionali alla didattica.

Nei laboratori innovativi 4.0 non ci sono più i banchi a rotelle, ormai comprati dalle scuole quando questi dovevano stare fermi, inchiodati al pavimento, mentre adesso che occorre creare composizioni mobili non vengono più proposti.

Nei laboratori innovativi non ci sono più PC nè tablet. In effetti c’è un margine di guadagno irrisorio su questi dispositivi, non vale la pena venderli anche perchè su MEPA, il mercato on line dove la pubblica amministrazione ha obbligo di servirsi, conta chi gioca al ribasso sui prezzi, quindi perchè scannarsi per pochi spiccioli? Meglio proporre qualcosa di innovativo, diverso, non misurabile e non confrontabile che possa costare 10mila o 30mila euro così senza alcun confronto con la realtà.

Ma il sogno dura poco, il tempo di realizzare che qualcosa non funziona o, peggio, che qualcosa va come in tutti gli altri settori: speculazione laddove ci sono tanti soldi.

E le scuole costrette ad acquistare su un mercato come MEPA dove l’obiettivo è risparmiare, finiranno per essere oggetto di grandi speculazioni in mano alle tre sorelle della realtà virtuale e della robotica da riporre negli armadi mentre i tetti ancora crollano, le maniglie delle porte sono rotte o inesistenti e molte aule inadatte a contenere tanti tecnologia così costosa.

  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Professione Insegnante ha bisogno di te

Vuoi darci una mano? Puoi aiutarci in due modi:

Sottoscrivendo un tesseramento con Professione Insegnante cliccando sull’immagine sottostante. potrai scoprire i nostri servizi e le nostre consulenze a tutela della professione insegnante.

Oppure donandoci un caffè per mantenere il nostro sito e i servizi agli insegnanti sempre aggiornati.
Puoi donare con qualsiasi carta di credito, anche 2 euro ci potranno aiutare.


Abbiamo bisogno di te


Non sei ancora socio?
scopri cosa puoi fare in PI

This will close in 20 seconds