Per qualche giorno ho letto molti dibattiti sulla notizia della mamma sindacalista dal linguaggio cafone, pardon, colorito. Ho cercato di vedere l’effetto che fa il sassolino gettato bello stagno. Ho letto di tutto. Persino genitori che le danno ragione e la osannano. L’eco sui social è tale che tutti i principali quotidiani ne hanno dato notizia. Se avvenisse la stessa cosa quando un docente protesta per i propri diritti, sicuramente la categoria sarebbe ascoltata anziché essere ignorata da tutti. 


Ma veniamo alle frasi da denuncia proferire dalla ‘signora’. Non le ho contate ma credo ci siano almeno 10 parolacce coperte da bip. Offese all’intera categoria, offese inaccettabili che alcuni nei commenti sui social hanno anche osannato al grido di ‘sei tutti noi’.

Mi chiedo cosa sarebbe successo se questa mamma avesse fatto la stessa cosa ad esempio nei confronti di un carabiniere, poliziotto, funzionario dello Stato. Mi chiedo se per caso non sarebbero scattate denunce e prese di posizioni da parte di rappresentanti della categoria e forse anche da parte di chi rappresenta quella istituzione. Se da un lato una mamma potrà essere arrabbiata per il carico di compiti, dall’altro ha tutto il diritto di protesta nei luoghi opportuni ammesso che essa sia fondata. Sarebbe bastato andare dal dirigente e fare le sue rimostranze. Come mai non lo ha fatto? Sicuramente perché quelle stesse parole sarebbero state impugnate dal dirigente con tanto di querela. Lei ha preferito una denuncia-sfogo non circostanziata denunciando tutti i docenti, tutti tranne qualche eccezione… E come sempre accade quando denunci tutti, è come se nessuno sentisse il dito puntato, quindi nessuna reazione personale arriva nei confronti della mamma arrabbiata.

Adesso vorrei rispondere alla mamma arrabbiata, vorrei dirle:

Gentile signora, a noi dispiace vedere quale sia la ‘lezione’ che sta dando al suo figliolo vestendo i panni di una sindacalista a sua difesa. A noi dispiace che lei si lamenti del ‘troppo studio’ denunciando in contrapposizione addirittura le poche ore di lavoro che noi insegnanti svolgeremmo prendendoci cura del suo figliolo.

Vorremmo tanto che si lamentasse di quanto poco si riesca a fare con 25 studenti in classe, ci piacerebbe leggere una sua denuncia dei risultati non proprio eccellenti raggiunti dal suo figliolo per via di una politica scolastica che non gli consente di studiare come merita. A noi insegnanti piacerebbe che lei ci chiedesse di più, più compiti, più attività, più ore anche a scuola dopo i tagli degli ultimi anni. 

Gentile signora, io credo che nel momento in cui lei ha puntato il cito contro tutti i docenti, lo ha puntato anche contro me, che ho scelto questo lavoro per passione come la maggior parte dei docenti, riversano una montagna di insulti che la categoria non merita.

Gentile signora, lei rappresenta il risultato di 20 anni di pessima politica della scuola che ha trascurato i diritti dei docenti che hanno perduto buona parte del prestigio culturale di cui godevano. Gentile signora, quando io frequentavo la scuola, mia mamma non si sarebbe mai sognato di pronunciare le frasi orrende che lei adesso pronuncia. Spero tanto di poter organizzare una denuncia da parte della nostra categoria nei suoi confronti e una richiesta di risarcimento dei danni morali che lei ha prodotto con il suo gesto orrendo. 

Il codice penale norma adeguatamente l’offesa ad una intera categoria a mezzo stampa o altro strumento pubblicitario ecco cosa dice il

Dispositivo dell’art. 342 Codice Penale

Chiunque offende l’onore o il prestigio di un Corpo politicoamministrativo o giudiziario, o di una rappresentanza di esso, o di una pubblica Autorità costituita in collegio, al cospetto del Corpo, della rappresentanza o del collegio(2), è punito con la multa da euro 1.000 a euro 5.000(3).

La stessa pena si applica a chi commette il fatto mediante comunicazione telegrafica, o con scritto o disegno, diretti al Corpo, alla rappresentanza o al collegio, a causa delle sue funzioni.

La pena è della multa da euro 2.000 a euro 6.000 se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato.

Professione Insegnante sta valutando la possibilità di avviare una azione legale contro la signora attrice di questo episodio pubblico pieno di frasi offensive per l’intera categoria.

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