Cronaca di un processo alla scuola e di un giudizio sempre uguale: è sempre colpa degli insegnanti.


In principio i risultati disastrosi delle invalsi, strumento ormai contraddittorio che in tempi di tagli alla scuola pretende di ottenere migliori risultati sugli studenti, poi la ricerca del colpevole. Il colpevole sarebbe la DaD, quindi l’insegnante che l’ha condotta, come se questa fosse stata una scelta personale. La DaD è stata una scelta obbligata prima urgente, poi per via dell’incapacità da parte di un Governo di trovare giuste soluzioni per la sicurezza nelle scuole. Non preoccupatevi ma l’anno che verrà sarà come e peggio di prima perché non c’è alcun piano sicurezza.

La DaD non è scuola, ripetono incessantemente alcuni ma gli insegnanti l’hanno condotta nel migliore dei modi che era loro concesso.

Ma Invalsi e DaD servono da assist per una decisione più ampia e “rivoluzionaria”: l’obbligo vaccinale. Ora, volendo evitare qui le polemiche sulla costituzionalità o meno, c’è da stupirsi su come possa funzionare un obbligo vaccinale per un insegnante in una classe di 25 studenti non vaccinati. Ecco, allora che a pensar male spesso si ci azzecca: i “danni” certificati della DaD da parte di una invalsi per nulla coerente con le didattiche “personalizzate” servono da apripista ad una scelta dovuta; l’obbligo vaccinale per gli insegnanti. Siamo certi che possa bastare per rendere sicure le scuole? Siamo certi che questo non sia uno scarica barile per attribuire ai docenti in difficoltà sulla scelta vaccinale le responsabilità di una scuola che non funziona?

Vorrei ricordare che l’80% del personale della scuola è vaccinato con le due dosi, categoria più vaccinata dopo quella dei sanitari. Se tutta la popolazione fosse vaccinata all’80% non staremmo qui a parlare di obbligo.

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