Rientro a settembre, molta attenzione sulla Dad, un po’ meno sulle classi pollaio. La loro immediata abolizione e porterebbe solo benefici.


Rientro a scuola, il dibattito si sta concentrando sui limiti della didattica a distanza. Le classi pollaio rimangono leggermente al margine. La situazione attuale rappresenta la condizione ottimale per la loro abolizione e per favorire l’ipotetica soluzione dei piccoli gruppi (rientro). La soluzione ideale del modello blended.

Rientro a scuola, la didattica a distanza sul banco degli imputati

Rientro a scuola, Molte sono le opinioni contrarie al proseguimento della didattica a distanza (Dad). Si riceve l’impressione che la Dad sia percepita come un corpo estraneo dalla scuola, che invece si basa sulla relazione e la costruzione sociale degli apprendimenti. Da qui la richiesta di espulsione del virus dalla prassi didattica.

Prese di posizione tutte da rispettare, che però non condivido pienamente. I problemi della Dad rimandano al suo carattere emergenziale, e quindi di inserimento violento nel sistema scolastico.L’introduzione della Dad, infatti non ha rappresentato il punto finale di un progetto pluriennale. Alle sue spalle c’era il nulla o quasi.

Diversi hanno pensato che fosse sufficiente cambiare lo strumento per mantenere inalterati gli sfondi dell’insegnamento frontale: il processo di insegnamento/apprendimento supportato dalla prossimità fisica. Gli ambienti virtuali sono altro, rispetto a quelli offline. La Dad non poteva e non può riproporre le peculiarità della classe. Ho l’impressione che molte lezioni online siano state organizzate con tutta la classe intera. Soluzione facilitata da alcuni ambienti come Meet, Skype o Zoom. In altri termini si sono trasferite le classi pollaio online e tutti i problemi connessi a questa aberrazione pedagogica. Pertanto, in queste condizioni tutti i problemi della classe fisica si sono amplificati.

Classi pollaio è il momento di abolirle, non di sospenderle

L’attenzione, a mio parere eccessiva sulla Dad, ha messo leggermente in secondo piano la presenza delle classi pollaio. Soluzione orribile, imposta alla scuola dagli inesperti d’aula (Gelmini e Tremonti), rappresentanti del finanzcapitalismo (L. Gallino), sostanzialmente poco attento alla cura delle persone.

Da sempre il M5s si è mostrato un fermo oppositore delle classi pollaio. Nel governo giallo-verde la loro abolizione era il punto più importante del paragrafo “Scuola”. L’attuale Ministra Azzolina, è stata promotrice il 5 luglio 2018 di una proposta di legge abrogativa, naufragata in Parlamento per l’opposizione di molti come V. Aprea, A.Ascani.

In questa fase dell’emergenza tutti si accorgono che il sovraffollamento delle classi  non facilita le diverse soluzioni per la ripresa a settembre. Se le condizioni sanitarie lo consentiranno, le classi saranno suddivise in piccoli gruppi in presenza e composti massimo da 10 studenti.

Gli esempi proposti di seguito e presi dal Corriere.it chiariscono la situazione:

Sarà interessante capire come saranno organizzate le classi con più di 20-28 e oltre, a organico invariato. Per le superiori la soluzione è la didattica a distanza. Ma per le scuole dell’infanzia, della primaria e secondaria di primo grado? Doppi, tripli turni?

Detto questo, la Ministra deve passare dagli annunci ai fatti: cogliere l’occasione, presentando un provvedimento legislativo di abolizione immediata delle classi pollaio. La decisione riguarderà, ovviamente le nuove classi. E questo comporterà che ogni istituto potrà contare su una dotazione organica maggiore, favorendo la composizione dei piccoli gruppi e l’organizzazione degli orari.

La modalità blended è la migliore soluzione

La soluzione blended (quasi tutto in presenza, cinque ore online) da adottare dalla terza-quarta primaria consentirebbe di alleggerire il carico orario in presenza e di ridurre il problema di reperimento di spazi esterni. Sono del parere che il patrimonio acquisito con la Dad non debba essere accantonato, ma depositato nella piattaforma Indire. Rappresenterà un punto di partenza, aperto a ulteriori sviluppi e integrazioni (lezioni online, webinar, deposito di materiale…). La prosecuzione dell’esperienza della Dad, consentirebbe al sistema scuola di rimanere protagonista attiva nel processo di avanzamento dell’online nell’offline.

Occorre cogliere, infine il lato positivo dell’emergenza sanitaria (pensiero resiliente) che ha visto la scuola rispondere prontamente a un problema con la Dad. Poteva eclissarsi! Non lo ha fatto e questo sicuramente ha fatto salire le sue quotazioni nell’opinione pubblica. E dopo tanti anni brunettiani non è poco,

                                                                                                                                        Gianfranco Scialpi

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