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È senz’altro molto difficile orientarsi tra i numerosissimi libri che propongono un’idea della psicologia del bambino o dell’adolescente e una visione più o meno originale della dinamica educativa connessa a tale idea. Di fronte a una bibliografia sterminata, che va dai classici della psicoanalisi fino ai manualetti da autogrill, il rischio di smarrirsi in una selva infinita di testi è altissimo, anche e soprattutto se si decide di limitarsi alla lettura di pubblicazioni recenti.

Proprio in considerazione di questa difficoltà, per cominciare, suggerisco la lettura di tre libri che hanno alcuni notevoli pregi in comune:

  • Una base teorica particolarmente solida da parte dell’autore (o meglio, dell’autrice);

  • Un’idea generale del bambino/adolescente, delle dinamiche affettive e dell’educazione fondata su una vasta esperienza pratica e ‘clinica’;

  • Una certa semplicità espositiva, in cui l’intento divulgativo non toglie nulla alla profondità del discorso;

  • L’applicabilità delle idee espresse alla funzione educativa della scuola.

Un ulteriore pregio dei tre libri di cui si vuole fornire qui una descrizione minima è quello di presentare tre punti di vista molto diversi tra loro e, almeno nella mente di chi scrive, complementari.

Quello di Alice Miller, Il dramma del bambino dotato e la ricerca del vero sé, Bollati Boringhieri, III ed 2008, è un libro che tocca nel profondo. L’autrice, notissima psicoanalista svizzera, critica la fondamentale attitudine repressiva nell’educazione dei bambini, dietro cui si può nascondere una forma di sadismo da parte degli adulti, che non hanno fatto i conti con la propria stessa infanzia, con le profonde sofferenze e frustrazioni infantili che hanno dimenticato o rimosso e che ripropongono senza accorgersene nel rapporto con i bambini che si trovano ad educare. La ‘presa di contatto’ con se stessi, con la propria storia e con le proprie emozioni appare, in quest’ottica, fondamentale per ogni educatore.

Un approccio molto diverso è quello di Se mi vuoi bene dimmi di no (FrancoAngeli, XIV ed. 2003) di Giuliana Ukmar, neuropsichiatra e psicoterapeuta prematuramente scomparsa, che si è a lungo dedicata alle problematiche degli adolescenti nei diversi contesti familiari. In questo libro si teorizza e si mostra - attraverso interessantissimi esempi concreti, veri e propri racconti di ‘casi clinici’ di cui viene tratteggiata l’evoluzione positiva nel tempo – tutta l’importanza di “No” ragionevoli e motivati (cioè detti per il bene dell’altro e non per idiosincrasie personali) da parte degli adulti. Il “No” chiaro, affettuoso e netto, secondo Ukmar, rappresenta per gli adolescenti un rassicurante punto fermo (anche quando apparentemente essi vi si ribellano), che permette loro di orientarsi nell’inevitabile confusione tipica di questa età e da cui possono partire per cominciare a strutturare la propria personalità.

Un libro di ampio respiro sulle dinamiche della crescita e gli ostacoli che essa incontra è quello di Cristina Chiarato, Bambini a oltranza, Polimata, I ed.2015. L’autrice, psicoanalista di grande esperienza, psicologo dirigente per trent’anni in un Servizio materno infantile di Roma, connette l’odierna difficoltà a crescere di bambini e ragazzi ad una dinamica psicologica e sociale per cui gli adulti non riescono a compiere i lutti e i distacchi necessari ad accedere alla dimensione della maturità affettiva e a separarsi dalla propria stessa dimensione infantile. In pratica l’autrice mostra, attraverso un ritratto molto acuto della nostra società e una dettagliata casistica di situazioni familiari di cui si dà un’interpretazione particolarmente profonda, come bambini e adolescenti non crescano più, o non crescano bene, perché non sono cresciuti adeguatamente quegli adulti che dovrebbero guidarli. Dal punto di vista teorico, il libro rispecchia le idee del grande psicoanalista francese P.-C. Racamier (tra i primissimi, nel suo Hopital de jour La Velotte, a occuparsi degli schizofrenici, considerati incurabili dalla psicoanalisi classica), che ha analizzato a fondo le dinamiche familiari, comprese quelle più terribili, che imprigionano e impediscono di vivere.

Com’è ovvio, questi brevissimi cenni non valgono a rendere la ricchezza argomentativa e culturale dei testi proposti, di cui si consiglia la lettura diretta. Certamente essi possono aiutare insegnanti ed educatori a comprendere meglio le persone in crescita, complesse e delicate, che si trovano di fronte.

 

Continua…