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Proprio così, le prima valutazioni INVALSI sostenute dalle classi terminali della scuola secondaria di secondo grado hanno rilevato quanto già si sapeva.
Se da un lato l’INVALSI punta ad essere un termometro che valuti le competenze acquisite dagli studenti, dall’altro esso si è rivelato un termometro ancora più efficace che punta a valutare l’inefficienza tecnologica del nostro sistema scolastico. Così tra reti colabrodo, computer che non funzionano, laboratori inefficienti, gli insegnanti hanno fatto salti mortali per consegnare allo Stato una radiografia che più che misurare la capacità degli studenti misura l’jnefficienza tecnologica del sistema scolastico italiano.

Ciò che è accaduto negli istituti di istruzione di secondo grado rischia di replicarsi in modo più devastante nelle scuole primarie. Lì, infatti, sono del tutto assenti tecnici di laboratorio e gli stessi laboratori sono abbandonati nelle mani di quegli insegnanti, animatori digitali che secondo le intenzioni del vecchio governo dovevano, per magia, sistemare tutta la tecnologia a scuola e anche gratis mentre svolgevano il loro lavoro ordinario.

 

Speriamo che oltre a registrare risultati sulle competenze degli studenti l’INVALSI registri anche le inefficienze in modo da porre i giusti rimedi.