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La legge Brunetta, in tempi di spending review, in vigore sin dal 2012, impone un prelievo sullo stipendio per i giorni di malattia breve, quelli sino ad un massimo di 10.

Questa legge, che tutti hanno criticato, dopo ben 7 anni è ancora in vigore.

Di fatto gli insegnanti che si ammalano pagano dai 6 ai 9 euro di prelievo per ogni giorno di assenza. Si tratta di una componente dello stipendio denominata retribuzione professionale docente. Essa varia in base all’anzianità di servizio. 

Adesso non si capisce come mai tutti i governi che si son o succeduti a quello che ha varato la “tassa sulla malattia” non hanno minimamente preso in considerazione il problema nonostante i continui solleciti. Ci si chiede come mai non lo hanno fatto neanche i sindacati che siedono al tavolo contrattuale, così attenti ai diritti degli insegnanti lavoratori. In effetti a conti fatti ogni anno si calcolano circa 10 milioni di giorni di assenza per malattia ovvero una media di 10-12 giorni per ogni insegnante in servizio. Si tratta del valore più basso in tutta la pubblica amministrazione. Ebbene, queste assenze fruttano allo Stato la bellezza di circa 80 milioni di euro di stipendio non versato, più o meno la stessa cifra che viene elargita sotto forma di bonus merito!