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Gentile Ministra Fedeli, abbiamo già visto cosa si intende per "clima di condivisione" all'interno del partito di cui lei fa parte. Esattamente due anni fa in questi giorni il suo partito lanciava la grande piattaforma per accogliere critiche e proposte sulla riforma. Arrivarono sia critiche che proposte ma non se ne fece nulla. la riforma tale era e tale rimase. Per tutto il periodo di gestazione della legge 107 abbiamo fatto numerose proteste.

Esse non sono mai state ascoltate. Certo, al ministero non sedeva lei ma la Giannini, tuttavia deve convenire con noi che non ci fidiamo per nulla. La stessa approvazione delle deleghe avrebbe dovuto essere fatta sentendo il parere di chi vive la scuola. Numerose sono state le nostre richieste, infinite le critiche che sono sfociate in una disfatta per il suo partito alle urne, prima alle amministrative poi al referendum. 
Gentile Ministra, noi docenti non ci fidiamo. Non ci fidiamo per come ha gestito la contrattazione sulla mobilità con deroghe al vincolo triennale, non ci fidiamo per la decisione presa sulle deleghe senza ascoltare nessuno. Non capiamo perchè mai adesso dovrebbe ascoltarci. Non capiamo perchè mai adesso che chiede solo un "parere" agli organi parlamentari, e non il voto, lei dovrebbe prendere atto delle criticità che emergeranno e tramutarle in modifiche sostanziali. Non capiamo come mai una legge 107 votata con la fiducia in Parlamento debba adesso, per le deleghe, ascoltare lo stesso parlamento che non ha alcun potere di modifica e di voto.
Cara Ministra, vogliamo ricordarle che le deleghe sono chiaramente incostituzionali. Chi legifera è il Parlamento e non il Governo e il voto di fiducia chiesto in Parlamento per approvare la 107 serviva per dare carta bianca al governo su temi molto delicati. 
Cara Ministra, non mi fido assolutamente delle sue promesse di dialogo e le chiedo di comprendere la mia mancanza di fiducia e come la mia quella di migliaia di altri docenti delusi, amareggiati, umiliati, inascoltati e maltrattati che si aspettavano da lei un gesto di discontinuità ma devono appurare che lei intende procedere come e più di prima in totale spregio del dibattito democratico. Sono certo che le nostre rimarranno parole al vento, lei dirà di averci ascoltati ma procedere a tappe forzata a dare il colpo di grazia alla scuola italiana.