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Nelle pieghe della 107, la grande riforma della scuola miseramente fallita si nascondono infinite sorprese che spesso saltano agli occhi solamente quando ci si imbatte in qualche particolare situazione. 

La protesta dei cosiddetti, autodefiniti “deportati” è diventata una delle spine al fianco di questa riforma scellerata senza capo nè piedi. Lo è diventata al punto tale da dimenticare i veri precari della scuola pubblica: i docenti delle GAE, quelli, per intenderci, che hanno rifiutato il piano assunzionale, leggendo bene il testo della proposta e anticipando ciò che a molti sembrava nascosto, allettati dall’idea di un incarico sicuro.

Senza voler ripercorrere le varie motivazioni e le decine di situazioni tipo che spesso sono state evidenziate è doveroso ricordare che nessuno era obbligato ad aderire, il testo della legge, per quanto assurda e ingiusta, era sotto gli occhi di tutti e soprattutto posti veri al sud non ce n’erano affatto. 

A quasi due anni dall’inizio del favoloso piano ci si accorge che i danni sono ben maggiori dei benefici. Quei posti “maledetti” nessuno li vuole pur avendo fatto domanda; i sindacati premono per sanatorie, una dopo l’altra; i docenti “deportati” fanno la parte delle vittime sacrificali, di coloro che “non ne sapevano nulla di doversi spostare”, di coloro che reclamano il “loro” posto; i docenti delle GAE, quelli che hanno rigettato il piano, soffrono per gli effetti delle sanatorie. Effetti deleteri. La cosa peggiore che poteva capitare è che di fatto al Nord le cattedre si sono di nuovo svuotate, al Sud c’è di nuovo intasamento e per di più i docenti che occupano cattedre al Sud spesso sono coloro i quali non hanno mai lavorato nelle scuole pubbliche, coloro che si sono trovati con zero punti in una GAE parcheggiati a fare mille altri lavori, coloro che effettivamente non avevano nulla da perdere di un piano assunzionale diabolico. 

Il risultato non è stato quello di eliminare la “supplentite” e stabilizzare i veri precari, quelli con anni di servizio nelle scuole. Il risultato è stato quello di spaccare il corpo docenti e di produrre un “tutti contro tutti” senza esclusione di colpi.
Ecco perchè oggi, 12 luglio, nonostante la pioggia di sanatorie a loro favore, quei docenti immessi grazie alla 107, quelli che sino all’altro ieri non sapevano come fosse fatta una scuola, quelli che non avevano letto il testo della proposta, avevano dimenticato di avere figli e coniugi, avevano dimenticato anche di dover assistere a parenti gravemente malati, quelli che ad occhi chiusi decisero la “roulette russa”, adesso sono a protestare non si sa bene per quale motivo. Protestano all’jndomani della firma di un vergognoso accordo di contratto che concede loro assegnazioni provvisorie in deroga, protestano all’indomani della concessione della mobilità in deroga. 

Sono affamati, assetati, non si saziano mai di gentili concessioni sempre con l’appoggio incondizionato dei sindacati. Se le loro rimostranze e le sanatorie di cui sopra non arrecassero danno alcuno forse non saremmo qui a parlarne. Il vero problema non è tanto quello di realizzare modifiche e deroghe alla 107 quanto quello di danneggiare la parte più debole del sistema scolastico: i docenti precari, quelli che hanno incarico annuale, quelli che attendono i nuovi incarichi in ruolo.

Cosa chiedono, dunque oggi, questi docenti destinatari di tutte le deroghe? Chiedono la luna? Vogliono un posto a 100 metri da casa, vogliono la restituzione del biglietto della lotteria a cui hanno partecipato perchè a loro non piace il premio? 

Semplicemente sono diventati parte di un sistema perverso, loro e gli stessi sindacati che da un lato appoggiano richieste illegittime, dall’altro cantano anche vittoria per aver modificato e ”migliorato” norme della 107. Ma questi stessi sindacati si chiedono quale sia il prezzo che viene pagato per soddisfare certe richieste? Si chiedono se a causa delle fantomatiche richieste fatte decine di volte ed infine accolte da un governo schizofrenico, migliaia di docenti precari perdono la possibilità di un incarico annuale? Si chiedono quali siano stati  i risultati deleteri nell’anno scolastico appena concluso?

I docenti aderenti al piano chiedono “stabilizzazione” dell’assegnazione provvisoria. Non contenti della sanatoria anno dopo anno, non contenti del contratto sulle AP in deroga che di fatto vìola anche lo stesso emendamento Puglisi, non contenti delle varie sanatorie, ne chiedono una che li sistemi per sempre, sotto casa ed in barba a tutti gli altri docenti precari.

 

 

Richieste non accoglibili, ovviamente, ma che destano indignazione e rabbia. Richieste fuori da ogni logica da chi ha anche la pancia piena. Richieste che arrivano dopo sanatorie che di fatto hanno invalidato il vero motivo del piano nazionale ovvero riempire migliaia di posti vacanti al nord.
I docenti delle GAE manifestano la più profonda indignazione nei confronti delle recenti sanatorie e delle richieste assurde e prive di fondamento da parte di chi forse ha una sola colpa ma enorme: non aver saputo leggere bene un testo di legge. I docenti delle GAE sono le vere vittime di un sistema diabolico che alla fine li ha abbandonati al loro destino dopo anni dedicati a servire lo Stato. I docenti delle GAE sono le vere vittime di un sistema perverso dove governo e sindacati si passano la palla e giocano una sporca partita fatta di comunicati e smentite, giochi di potere, scelte meschine finalizzate ad un tornaconto politico-sindacale di tessere e consensi. Proprio  quelle cose che i docenti precari hanno deciso di non mercificare.

CONGAE, Comitato Nazionale docenti in GAE 
Coordinamento Nazionale Docenti in GAE