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La petizione portata avanti da Professione Insegnante raggiunge 80.000 firme e si fa sempre più pressante nei confronti dei sindacati. Grazie alle pressioni attuate in seno alla petizione è stato possibile finalmente leggere qualcosa che nella comunità degli insegnanti circolava da tempo: inserire tutti i bonus in un unico, corposo aumento di stipendio. Ovvio che ciò da solo non basterà a raggiungere i 200 euro netti ma il fatto che sindacati e Ministro ne parlino finalmente è sicurament eun segnale di ascolto di quanto circola insistentemente in rete.

Siamo certi che la contrattazione si trascinerà con notizie alterne tra possibilià e fumate nere in continuazione presso l’ARAN che già il 4 gennaio ha fatto sapere che i bonus non sono oggetto di contrattazione. Sembra strano che i sindacati fossero all’oscuto del fatto che una legge non possa essere discussa e modificata in sede di contrattazione. 
Ciò che salta subito all’occhio è l’atteggiamento a tratti pressappochista e furbetto di chi punta a trascinare un accordo verso un out out oltre il quale non si potrà andare, proponendo sempre la stessa proposta di 13 mesi fa: 85 euro lordi che per i docenti diventano 73 in media pari al 3,48% dello stipendio lordo annuo. In questo contesto i due attori, Sindacati e Governo, giocano una sporca partita in vista di elezioni RSU ed elezioni politiche.
L’epilogo lo conosciamo ed è scontato: a febbraio in extremis verrà proposto un contratto senza alcuna modifica e i sindacati si vedranno “costretti” a firmare per “evitare il peggio”. 
Professione Insegnante continua la propria battaglia che punta a mettere alle strette i sindacati e li diffida dal firmare un contratto dannoso nella forma e nella sostanza. Pena lo straccio delle tessere di quei sindacati firmatari.

La petizione è ancora on line e può essere firmata cliccando qui