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Interessante in convegno che si è svolto oggi, 12 ottobre alle ore 15 presso la sala ISMA al Senato che ha consentito a diversi esponenti del mondo della scuola di fare il punto sulla situazione sulla professione insegnante. Al convegno erano presenti il Senatore Fabrizio Bocchino che ha aperto i lavori, la senatrice Michela Montevecchi, il Dott. Vittorio Lodolo D’oria, il Preside Luigi Martano, l’avv. Elena Spina, la dott.ssa Maria Lucia Taverna, il Prof. Salvo Amato in rappresentanza di Professione Insegnante.

L’intervento del Senatore Bocchino in apertura ha posto l’accento sulla tematica economica focalizzando l’attenzione sulla notevole disparità di trattamento tra insegnanti italiani e insegnanti degli altri Paesi del mondo. Trattamento economico che è ancora più meritevole di attenzione in un contesto in cui l’insegnante viene investito di diversi ruoli e di diversi adempimenti menzionati e normati nella legge 107. Secondo il Senatore Bocchino: “la trattativa per il rinnovo del contratto del pubblico impiego” possa diventare “una occasione per restituire al profilo dell’insegnante la dignità che ha perduto in questi decenni di miopi penalizzazioni”.

In seguito la Senatrice Montevecchi ha focalizzato l’attenzione sul fatto che il corpo docente sia ormai demotivato, l’età media molto avanti e di conseguenza evidenziato un contesto per nulla favorevole a migliorarne le condizioni. La senatrice ha, inoltre, evidenziato come l’ultima riforma sia stata piena di promesse ma pochi investimenti per le nuove funzioni che investono la professione del docente, tant’è che la riforma reca decine di volte la dicitura “senza ulteriori oneri per lo Stato”

Il prof. Amato ha  voluto portare all’attenzione un contesto socio economico dimostrato con dati tangibili dai quali emerge  il fatto che i docenti del terzo millennio sono sotto pagati ma soprattutto investiti si una serie di incombenze che mettono in secondo ordine la didattica da seguire tra mille adempimenti burocratici.

E’ anche emerso un contesto stagnante in termini di trattamento stipendiale. Un periodo di 25 anni diviso in tre parti uguali ha evidenziato che il periodo 2008-2017 mostra stipendi inalterati, inflazione all’11% e di conseguenza una necessità di operare un adeguamento che va dai 150 ai 240 euro. 

Successivamente il Dott. Vittorio Lodolo D’oria ha dissertato sul fenomeno del Burnout. Lodolo D’oria evidenzia come ci sia stretta correlazione tra l’età dei docenti, il sesso e la sindrome da Burnout che non viene ancora riconosciuta come malattia del lavoro. In un susseguirsi di casi di studio dimostra come addirittura il sesso femminile sia più esposto allo stress da lavoro correlato per una serie di motivazioni, quindi evidenziato che siccome 4 docenti su 5 sono di sesso femminile allora il fenomeno appare ancora più allarmante. 

A seguire l’intervento del preside Martano focalizza l’attenzione sulle nuove responsabilità menzionate nella legge 107. Responsabilità cui non corrispondono adeguati oneri finanziari. Quindi il preside Martano cerca di dimostrare che la riforma va, almeno in linea teorica, nella direzione voluta di una “evoluzione” della scuola per voler parafrasare il sottotitolo del convegno. 

Il preside parla di armonizzazione del personale docente evidenziato nella 107 ma di fatto proposto anche in precedenza. Tuttavia - questa la replica del prof. Amato - i pochi buoni intenti menzionati nella legge 107 erano pieni di diciture tipo “senza ulteriori oneri per lo stato” o altre frasi simili che dimostrano il tentativo di voler fare le nozze coi fichi secchi. 

Successivamente l’intervento dell’ avv. Spina ha messo in luce come la stratificazione di norme renda ormai impossibile districarsi tra diritti e doveri degli insegnanti creando ulteriore caos  e spaccando la categoria.

 

La dott.ssa Taverna chiude gli interventi focalizzando l’attenzione sulla funzione dell’insegnante. La risposta all’interrogativo con cui si apre il convegno è senz’altro che la professione insegnante è in netta involuzione. Lo è sul piano delle norme stratificate e spesso contraddittorie, lo è sul piano del riconoscimento economico, lo è sul piano del riconoscimento sociale di una funzione ormai svuotata del suo significato intrinseco di portatrice di prosperoso futuro per via della formazione delle future generazioni.