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Uno dei punti fermi della legge 107 era proprio il meccanismo premiale insito in tanti contesti che i docenti faticavano ad accettare. Strumenti nelle mani dei dirigenti che avevano come unico obiettivo quello di gestire la scuola in modo padronale e dispotico. Uno tra questi era il bonus merito. 200 milioni di euro l'anno sprecati nel tentativo di far emergere "il meglio". Come avevamo previsto è emerso il peggio perchè gli ambienti scolastici hanno finito per diventare teatro di dispute tra colleghi piuttosto che sana concorrenza. Ciò anche, e soprattutto, per il fatto che il lavoro del docente non ha una sua misura oggettiva ed i criteri per la sua valutazione di certo facevano acqua da tuttte le parti. Il bonus merito ha finito, quindi, per diventare anche un'aggiunta alle scarse risorse economiche dei fondi di istituto, depauperati per via di quel che è poi andato alle reti di scuole. Insomma, il bonus merito cercava anche di sopperire alla mancanza di fondi laddove la famosa frase "senza ulteriori oneri per lo stato" veniva imposta alla fine di ogni proposta riformatrice. Ben 31 volte l'abbiamo lette nell'unico articolo della legge 107.
E adesso? Tutti sono contenti della proposta di abolire il bonus merito, giòà ridotto del 40% per via del recente aumento di stipendio. E' anche chiaro che i 120 milioni di euro rimasti non potranno dare man forte al rinnovo del contratto. Facendo due conti non arriveremmo oltre i 10 euro mensili netti per ogni docente. E' qualcosa ma di certo deluderebbe i docenti se fosse l'unica somma messa sul piatto per il prossimo rinnovo del contratto. Ciò fermo restando che in linea di principio abolire il bonus merito sia una scelta politica importante contro la 107.