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Di seguito riporto questo breve racconto dell'autore Bruno Ferrero, per poi riflettere, dopo la lettura, sul significato profondo. 

"Un grande re ricevette in omaggio due pulcini di falco e si affrettò a consegnarli al Maestro di Falconeria perché li addestrasse. Dopo qualche mese, il maestro comunicò al re che uno dei due falchi era perfettamente addestrato.

“E l’altro?” chiese il re.

“Mi dispiace, sire, ma l’altro falco si comporta stranamente; forse è stato colpito da una malattia rara, che non siamo in grado di curare. Nessuno riesce a smuoverlo dal ramo dell’albero su cui è stato posato il primo giorno. Un inserviente deve arrampicarsi ogni giorno per portargli cibo”.

Il re convocò veterinari e guaritori ed esperti di ogni tipo, ma nessuno riuscì a far volare il falco.

Incaricò del compito i membri della corte, i generali, i consiglieri più saggi, ma nessuno poté schiodare il falco dal suo ramo.

Dalla finestra del suo appartamento, il monarca poteva vedere il falco immobile sull’albero, giorno e notte.

Un giorno fece proclamare un editto in cui chiedeva ai suoi sudditi un aiuto per il problema.

Il mattino seguente, il re spalancò la finestra e, con grande stupore, vide il falco che volava superbamente tra gli alberi del giardino.

“Portatemi l’autore di questo miracolo”, ordinò.

Poco dopo gli presentarono un giovane contadino.

“Tu hai fatto volare il falco? Come hai fatto? Sei un mago, per caso?” gli chiese il re.

Intimidito e felice, il giovane spiegò: “Non è stato difficile, maestà. Io ho semplicemente tagliato il ramo. Il falco si è reso conto di avere le ali e ha incominciato a volare”.

BRUNO FERRERO, Ma noi abbiamo le ali

 

Come nel breve racconto, spesso le persone non osano spiccare il volo ed esprimere al meglio le proprie potenzialità

perché legate troppo alla sicurezza del ramo su cui poggiano o per dirla in termini psicologici alla propria "zona di comfort"

Ma ecco che la vita d'improvviso può far cadere il ramo su cui si è poggiati e solo in quel momento le persone scoprono

di poter avere risorse che neanche immaginavano.

Educare, educarci, ad abbandonare la propria "zona di comfort"o il proprio ramo, è uno dei compiti evolutivi

più importanti che l'uomo possa affrontare.

 

Roberto Cavaliere Psicoterapeuta, www.iltuopsicologo.it