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Subito dopo l'incontro svoltosi al tavolo con  le 9 regioni richiedenti l’autonomia differenziata, il ministro  degli Affari Regionali e delle Autonomie del Governo Conte, Erika Stefani, ha spiegato che  non si è trovato l’accordo su alcuni punti, tra cui la scuola:

“Ad oggi non sono stati sciolti i nodi su alcune richieste delle Regioni relativamente a una serie di materie. Sono nodi politici che devono essere analizzati e sviscerati“.

Il ministro Luigi Di Maio non ci sta!  Ha tempestivamente dichiarato:

“Non vogliamo creare una scuola classista, che penalizzi i nostri figli, gli studenti, a seconda del loro luogo di nascita” 

E il ministro Matteo Salvini  ha replicato:

“Se qualcuno ha dubbi se li faccia passare perché c’è nel contratto di governo. Abbiamo lavorato come matti, i governatori hanno lavorato e il mistero Stefani ha lavorato. È ora di fare e di mettere il primo mattone perché è un passaggio storico che fa bene a tutti e non solo a Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, ma a tutta Italia”.

https://www.repubblica.it/politica/2019/04/07/news/salvini_pensioni_quota_41_polemica_di_maio-223483392/

 Oltre al M5S non sono d'accordo con il vicepremier Salvini  i sindacati Flc CGIL, CISL FSUR, UIL Scuola RUA.  Denunciano, infatti, le gravi conseguenze che deriverebbero dal conferimento di maggiori poteri alle Regioni in materia di istruzione.

Secondo Francesco Sinopoli, Maddalena Gissi e Giuseppe Turi  “Quello che si ipotizza  non è un semplice decentramento amministrativo: siamo in realtà in presenza di un progetto di vera e propria devoluzione, che investirebbe in pieno il sistema scolastico del Paese, minando l’unità culturale della nazione, per dare vita a progetti formativi regionali e localistici ben al di là di quella giusta attenzione alle specificità territoriali che, già a sistema vigente, sono assicurati dall’autonomia scolastica prevista dalla stessa Costituzione”.

I segretari generali dei sindacati scuola confederali concludono  che “si tratterebbe di un vero e proprio tradimento del lavoro che quotidianamente la scuola svolge per promuovere in ogni angolo d’Italia l’effettivo esercizio del diritto allo studio e rafforzare la coesione della comunità nazionale”.