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L’anno che sta per concludersi rappresenta probabilmente il punto più basso mai toccato dalla Scuola italiana negli ultimi decenni. A diciotto mesi dalla sua approvazione, la Legge 107/2015 continua a produrre effetti deleteri sul funzionamento del sistema scolastico su tutto il territorio nazionale.

Nonostante gli investimenti effettuati, che hanno consentito l’attuazione di un incongruente e mai tanto discusso, controverso e contrastato Piano straordinario di assunzioni, restano sul tappeto diverse criticità e mai come adesso la classe docente risulta essere divisa e sfiduciata. Eppure la stragrande maggioranza degli insegnanti si era inizialmente opposta in maniera compatta alla 107 attraverso l’adesione convinta ad assemblee, fiaccolate, sit in di protesta che sono poi sfociati nello straordinario sciopero del 5 maggio 2015, in cui sono scesi in piazza centinaia di migliaia di studenti, famiglie, docenti e personale ATA per gridare il proprio convinto NO agli aspetti più controversi della 107, come il preside – sindaco, la chiamata diretta, la mancanza di un piano pluriennale di assunzione, che com’era fin troppo prevedibile, avrebbero lacerato la scuola pubblica italiana. 

Le conseguenze che si sono succedute a cascata sono ben più gravi di quanto si possa pensare e stanno producendo un grave danno alla Scuola in tutte le sue componenti: docenti, ATA e, soprattutto, studenti. Di fatto si registrano tuttora numerose e rilevanti problematicità che non si vede al momento come possano essere affrontate e risolte in modo ottimale nell’interesse degli studenti, delle Scuole e dei docenti. L’elenco delle criticità è, infatti molto lungo ed articolato:

  • Nelle scuole di ogni ordine e grado dal Nord al Sud del territorio nazionale, mancano di fatto migliaia di insegnanti che avrebbero evitato il faticoso e caotico ricorso a docenti supplenti, spesso neolaureati, e avrebbero consentito agli studenti di usufruire, come nel loro sacrosanto diritto di un’offerta formativa adeguata;

  • Resta alto il numero delle classi pollaio, specie laddove le dotazioni organiche non consentono di far fronte adeguatamente all’incremento della popolazione scolastica;

  • I problemi pressanti della messa in sicurezza degli edifici scolastici sono di elevata criticità;
  • Decine di migliaia di docenti si ritrovano ad insegnare in ordini di scuola diversi e senza le necessarie e prescritte specializzazioni;

  • Il tempo pieno continua a latitare, soprattutto al Sud, proprio dove maggiori sono le situazioni di disagio, di marginalità sociale e di gran lunga più elevate sono le percentuali di dispersione scolastica e di abbandono;

  • Le immissioni in ruolo nel corrente anno scolastico sono state infinitamente inferiori rispetto alle reali necessità tanto da non consentire di coprire neppure il turn over dei pensionamenti; 

  • Il 100% dei posti disponibili, cosa mai verificatasi in precedenza, è stato utilizzato per la mobilità e le assegnazioni provvisorie non previste dalla Legge 107, attraverso il continuo ricorso a deroghe quanto meno discutibili e fortemente lesive degli interessi dei docenti delle GAE;

  • Gli 11.500 posti in deroga concessi al Sud avrebbero potuto consentire, di fatto, l’immissione in ruolo di gran parte dei vincitori del concorso 2016 e dei precari storici delle GAE, anche ricorrendo allo stratagemma del ruolo giuridico;

  • I precari storici delle GAE, in percentuale maggiore al Sud, sono stati di fatto relegati a vittime sacrificali non avendo potuto aderire per motivi familiari e/o di salute al piano facoltativo e nazionale di assunzione e, a causa del mancato supporto dei Sindacati, molti di loro si ritrovano disoccupati tuttora senza la tanto attesa e meritata immissione in ruolo e/o incarico annuale. 

  • Persiste il limite massimo di 36 mesi di servizio oltre i quali i precari storici delle GAE non potranno aspirare al conferimento di incarichi annuali sino al 31 agosto, anziché essere assunti in ruolo come prevede la Legge 107/2015 e come sancito dalla Corte Europea di Strasburgo;

  • Il Piano di assunzioni per i docenti delle GaE della Scuola dell’Infanzia non è stato attuato;

  • 50mila docenti vincitori di concorso sono tuttora senza cattedra;  

  • Circa 15mila docenti che opereranno sul sostegno non hanno alcun titolo per occuparsi di alunni in situazione di handicap;

  • Bisogna risolvere definitivamente l’annoso problema del precariato attraverso un nuovo piano organico di assunzioni dei residuali GAE su base provinciale, che gestisca una necessaria fase transitoria nell’anno 2017 e, al contempo bisogna fornire risposte chiare e precise ai vincitori del Concorso 2016;

  • Vanno ripristinate le ore soppresse negli Istituti Tecnici e Professionali;

  • È necessario attuare un piano di pensionamento per il personale scolastico che abbia maturato 40 anni di servizio o abbia raggiunto la quota 100, superando i rigidi vincoli imposti dalla Legge Fornero.

  • I comitati di Valutazione di moltissime Scuole hanno di fatto spaccato il corpo docente nell’assegnazione del bonus premiale, attraverso l’attuazione di criteri poco limpidi e oltremodo discutibili. La mancanza di trasparenza messa in atto da troppi Istituti ha ulteriormente acceso gli animi e fortemente deluso i più;

  • I Contratti sono bloccati da troppi anni e gli scatti d’anzianità sono ormai un pallido e sbiadito ricordo. Il Bonus dei 500,00 € da spendere per la formazione, l’acquisto di hardware e software e l’acquisto di biglietti per l’ingresso in teatri e musei non basta di certo ad addolcire la pillola in considerazione del crollato potere d’acquisto degli stipendi degli insegnanti italiani, fra i bassi d’Europa;

  • I Sindacati, con il loro controverso e troppo settoriale operato, hanno contribuito in maniera rilevante alle divisioni in atto fra i docenti neo immessi in ruolo, i cosiddetti nastrini rossi, e i paria rimasti nelle GAE, ormai abbandonati al loro triste destino. Appare evidente come essi abbiano perso di vista il loro scopo istituzionale, che è quello di salvaguardare a 360° gli interessi di tutte componenti del personale scolastico e di TUTTI i docenti.

 

È questa la tanto sbandierata Buona Scuola? Ai posteri l’ardua sentenza e alla neo Ministra Fedeli gli auguri più sinceri di Buon Lavoro!