Esattamente 4 anni fa, il 27 ottobre 2018, una professoressa entra in classe e la trova al buio, poi riceve addosso una sedia lanciata dagli studenti.
Da qualche altra parte una professoressa dal fisico minuto, fragile e con difficoltà motorie è stata legata alla sedia e presa a calci da alcuni alunni di prima di un istituto superiore di Alessandria mentre i compagni giravano il video messo online e subito dopo cancellato. Successivamente, da qualche altra parte alcuni studenti bullizzano un docente con atteggiamenti mafiosi imponendogli di dar loro la sufficienza.


Recentemente in una scuola pugliese, un docente scrive una nota ad una studentessa, dopo qualche ora arrivano due energumeni in classe che lo schiaffeggiano. Qui c’è l’aggravante della dirigente che tenta di dar la colpa addirittura al docente, reo a suo dire di aver molestato la studentessa.

Ieri una professoressa riceve in faccia due colpi di pistola ad aria compressa caricata con proiettili di gomma. La sanzione? Un giorno di educazione civica e altre diavolerie ma nulla di che.

Forse non tutti sanno che il docente per legge è un pubblico ufficiale, questi episodi sono tutti da codice penale e non solamente da comportamenti scorretti a scuola.

Giornalmente i docenti vengono maltrattati senza che venga presa alcuna posizione in merito ai piani alti in via Trastevere. Accade spesso di sentire qualche messaggio di condanna ma nulla di fatto sul piano delle sanzioni.

4 anni fa lanciammo la nostra petizione per chiedere l’istituzione di una legge contro la violenza sugli insegnanti. La petizione raggiunse 100mila firme, venne ascoltata da tutti i giornali nazionali ma l’allora ministro Bussetti non si scompose più di tanto.

Adesso chiediamo al nuovo ministro che si faccia carico di questa responsabilità poiché il ministero ha l’obbligo di tutelare la professionalità del docente e soprattutto il rispetto per il ruolo di tutto il personale che serve la scuola ogni giorno. Non ha senso, altrimenti, alcuna attività di educazione civica che la scuola diventa il primo luogo dove si consumano reiteratamente episodi di gravi violenze nei confronti del personale e soprattutto dei docenti.

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