Nella mia vita professionale mi sono sempre preoccupato del segno che di me rimane nella vita dello studente. Quanti di noi ricordano i propri insegnanti di 40 o 50 anni fa? Sicuramente tanti e sicuramente molti potrebbero raccontare aneddoti particolare a favore o contro l’insegnante.


Sicuramente ognuno di noi si è fatta una idea della personalità, della professionalità e dell’onestà dell’insegnante che ha avuto a scuola.

In media un insegnante ogni anno incontra almeno 100 nuovi alunni. In 40 anni possiamo dire che l’insegnante lascia il segno su almeno 4000 studenti, per sempre, a vita.

Ciò non accade per nessun altro mestiere. Non c’è medico, pediatra, funzionario dello stato, magistrato, avvocato, ingegnere che lascia in noi un segno così chiaro e indelebile, sia esso positivo o negativo.

Da Treccani: insegnare v. tr. [lat. *insĭgnare, propr. «imprimere segni (nella mente)», der. di signum«segno», col pref. in1] (io inségno, … noi insegniamovoi insegnate, e nel cong. insegniamoinsegniate). – 1.a. In genere, far sì, con le parole, con spiegazioni, o anche solo con l’esempio, che qualcun altro acquisti una o più cognizioni, un’esperienza, un’abitudine, la capacità di compiere un’operazione, o apprenda il modo di fare un lavoro, di esercitare un’attività, di far funzionare un meccanismo, ecc.

Ma qual è l’importanza che la società, tutta, attribuisce ad un lavoro del genere? Come viene recepito dai genitori l’insegnante cui affidano il proprio figlio? Perchè da punto di riferimento culturale ed educativo, l’insegnante ha finito per essere bersaglio dell’opinione pubblica?

Il cittadino che affida le menti dei propri figli a professionisti dovrebbe esigere che questi lascino un “segno” forte, valido, tangibile, non un voto, una promozione, segni banali che lasciano il tempo che trovano.

Io personalmente non ricordo i bei voti presi con l’insegnante di matematica incapace ma ricordo tutte le “botte” negative prese dagli insegnanti che mi hanno aiutato a crescere. Ricordo gli insegnanti che mi hanno addirittura dato un modello per essere come loro, così come ne ricordo altri che rappresentano un modello su come non essere. Io sono quotidianamente terrorizzato dall’idea di lasciare un brutto segno anche in un solo studente. E ciò ha poco a che vedere con il suo rendimento, coi voti, con promozioni o bocciature. Ciò ha a che fare con la percezione del nostro lavoro da parte degli studenti.

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