Alla fine noi insegnanti ci siamo fatti visitare da uno bravo: il Dott. Vittorio Lodolo D’Oria, esperto di Burnout e stress da lavoro correlato.


Ieri alle 17:00 abbiamo condotto un incontro on line interessante con la partecipazione di diversi colleghi che hanno posto tante domande e dato un valido contributo.

Una scuola da matti, era questo il titolo che ho riservato all’incontro perché veramente gli insegnanti sono diventati matti. A metà anno scolastico sono già stanchi, stremati, stravolti da una didattica metà in presenza e metà in line, sommersi da tanti adempimenti.

Gli insegnanti sono diventati notai, controllori, verificatori di chi è in regola, chi è on line, chi ritorna in presenza.

Confronto proficuo dove ho personalmente chiesto pareri su diversi temi.

Una prima domanda anche provocatoria ha riguardato la situazione del Burnout nel 2022 in tempi di pandemia. “In 30 anni le malattie professionali sono passate dal 30% di casi degli an a ben oltre l’80%, dice Vittorio, esse rappresentano ormai una costante nella professione insegnante per diverse motivazioni. Prima fra tutte l’età in cui si va in pensione e alcune correlazioni legate al sesso. L’80% degli insegnanti è di sesso femminile e in determinate fasce di età la combinazione tra stress e disturbi legati a menopausa ed altri fattori è fuori dubbio”, continua.

Ma come è possibile che i sindacati ignorano totalmente l’aspetto delle malattie professionali? Perchè non fanno proposte?

Vittorio risponde puntualmente con una serie di frasi secche: “i sindacati sono una delusione su questo piano. Per loro la malattia professionale è solo quella dei minatori o dei metalmeccanici. Non considerano il fatto che gli insegnanti avendo a che fare con decine di studenti tutti i giorni raggiungono livelli di disagio mentale allarmanti”.

A questo punto a me viene anche un altro dubbio come a molti colleghi del nostro numeroso gruppo i quali intervengono. La situazione pandemica ha accentuato ulteriormente i ritmi di lavoro, non si stacca neanche quando si rientra a casa, le chat sono sempre attive paradossalmente anche di notte, non si stacca mai. Cosa dobbiamo aspettarci?

Vittorio Lodolo D’Oria è pessimista su questo aspetto. Secondo lui tutto ciò non farà altro che condizionare il lavoro di insegnante che non è affatto un lavoro meccanico ma va svolto in serenità. Un insegnante stressato è meglio che non ci stia a scuola.

Ma cosa possiamo fare? Inutile lamentarsi sempre, dico io. Non è forse il caso di avanzare delle proposte come ad esempio l’istituzione di uno sportello ascolto con uno psicologo a scuola o altre proposte interessanti?

Vittorio raccoglie la nostra proposta e si rende disponibile all’elaborazione di una proposta seria da sottoporre a chi legifera. Forse non funzionerà ma di certo occorre anche essere propositivi oltre a dare l’allarme.

Nelle prossime settimane cercheremo di elaborare delle proposte che partano dal basso nei luoghi del confronto tra insegnanti sul numeroso gruppo social. Chissà che non sarà l’inizio di un nuovo paradigma per affrontare le difficoltà e porre anche delle soluzioni a chi siederà prossimamente a Viale Trastevere?

Ringrazio pubblicamente il Dott. Vittorio Lodolo D’Oria per la sua disponibilità totale al servizio degli insegnanti.

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