La Gelmini, chi può averla dimenticata? Gli insegnanti no di certo visto che il suo nome è sinonimo di distruzione della scuola.


Nella memoria di tutti gli insegnanti la riforma Gelmini rappresenta l’inizio, la madre di tutte le disgrazie della scuola. Non che prima le riforme fossero il massimo, ma Maristella ha l’onore di rappresentare l’inizio della vera distruzione, quella fatta di tagli.

E non fu allora che il PD si mobilitò tutto compatto contro la riforma scellerata?

3 settembre 2009 l’allora segretario Dario Franceschini: “Ci batteremo contro la mattanza della scuola”. Pier Luigi Bersani, dopo: “Il ddl Gelmini è un disastro omeopatico, smantella l’Università pezzo a pezzo”. “Gli unici a difendere il ddl Gelmini sono i baroni”. Persino Simona Malpezzi artefice della altrettanto disastrosa legge 107 , partecipava al massacro: “Gli effetti disastrosi prodotti dalla controriforma Gelmini non riguardano solo la storia dell’arte, ma molte altri classi di concorso”.

Gelmini, l’avvocato che da Milano fa praticantato in Calabria pur di diventarlo, che poi diventa Ministro dell’istruzione da grande esperta di scuola, rappresenta l’inizio di una lunga serie di ministri non solo senza portafoglio ma anche senza cervello.

Nel 2009 ci fu una grande mobilitazione, il primo grande sciopero a partecipazione massiva: oltre l’80% ma lei andava avanti. Il PD insieme a sindacati si rese promotore persino di un mega ricorso al TAR contro la riforma. Ricorso che fu vinto sia al TAR sia al Consiglio di Stato. Poi molti sanno come andò a finire. Durante il governo Renzi ed in piena riforma “buona scuola” lo stesso PD si dimenticò di applicare la sentenza che Consiglio di Stato che obbligava ad aggiustare soprattutto i tagli orari nei tecnici e professionali. Era impegnato con la sua riforma distruttiva e non poteva spendere soldi annullando i tagli come la sentenza obbligava.

Adesso accade qualcosa che nessuna mente sana avrebbe concepito: l’accoglienza a porte spalancate e un red carpet a Maristella, quella del Gran Sasso e dei neutrini dentro il tunnel da 732 km. Ricordiamo ancora gli sfottò, le battute che tutti i membri del partito democratico non si risparmiarono. “Beata Ignoranza”. “il ministro incassa figuracce una dietro l’altra”, sono le parole di Luigi Bossa, PD. Si toccò l’apice della critica anche feroce come adesso si tocca l’apice della perdita cronica di memoria.

Ma evidentemente Letta non sa tutto questo, evidentemente Malpezzi non glielo ricorda, evidentemente i suoi consiglieri hanno la memoria corta.

Già abbiamo letto le dichiarazioni di Malpezzi, prima dell’imbarco della Gelmini: “la nostra politica deve partire dalla scuola, dal rispetto degli insegnanti”. Chissà come si conciliano queste parole con le critiche alla riforma Gelmini, il disastro della 107 cui lei ha partecipato attivamente e la mancetta di 50 euro che il ministro PD Bianchi ha proposto sino a l’altro ieri.

Non ci stupiremmo se addirittura Gelmini venisse proposta dal PD come Ministra dell’Istruzione. Gli elettori avrebbero più chiare indicazioni per decretare il de profundis ad un partito che ormai non rappresenta più le istanze dei professionisti della cultura.

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