Bianchi comincia a rilasciare interviste sul tesoro disponibile per il comparto scuola. Una grossa fetta dei fondi del PNNR destinata diverse misure che in alcuni casi si mostrano veramente interessanti.


Una grossa fetta è destinata alla costruzione di nuovi asili nido, poi per risolvere il problema delle classi pollaio, (si spera riducendo il numero degli studenti per classe e non costruendo aule più grandi…).

Tra le voci di spesa sono menzionate quelle relative alla formazione del personale su temi di digitale nella didattica, cosa di cui i docenti sono ampiamente formati anche per via della pandemia. Essi, infatti si sono formati in autonomia tra una lezione e l’altra. La formazione sarà sicuramente da seguire in ore a carico dei docenti.

Si menzionano poi spese per le dotazioni tecnologiche, i collegamenti ad internet a banda larga che non arrivano mai ed infine l’edilizia scolastica, quella per la quale dai tempi di Renzi si parla di fondi già a disposizione ma che nessuno ha mai visto spendere.

Nessuna voce specifica riguarda lo stipendio degli insegnanti, niente che faccia pensare minimamente a come il ministro voglia concretizzare le sue esternazioni sui 600 euro mensili che i docenti meriterebbero.

E’ chiaro che ancora non ci sia nulla di definitivo ma nelle voci che circolano si bada bene ad evitare di parlare di stipendi da aumentare, eppure sono quasi 3 anni che il contratto è scaduto. Forse occorre attendere le prossime elezioni politiche del 2023, così come è successo per l’aumento mancetta del 2018.

Non c’è dubbio che sia chiaro quanto importante sia poter migliorare la scuola in temi di edilizia, digitalizzazione, formazione, ma essa è fatta soprattutto da persone. La scuola, malconcia, con poche risorse e pochi strumenti riesce ad andare avanti grazie al lavoro delle persone e queste persone sono i professionisti peggio trattati di tutta la Pubblica Amministrazione.

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