Tutti parlano di scuola, tutti parlano di didattica a distanza, tutti parlano di rientro e di come farlo mentre nulla è cambiato sui trasporti. Tutti parlano tranne i docenti a cui non viene dato diritto di parola. Avete per caso visto una trasmissione dove i docenti dicono qualcosa? Una intervista, un articolo di giornale? Nulla del genere.


In questi giorni ne sentiamo delle belle. Una constatazione di Michele Emiliano, governatore della Puglia è chiara ed ineludibile. Alla sua “bella” domanda – “cari genitori cosa preferite? Tenere il pargolo a casa o portarlo in aula?” – l’80% ha risposto che preferisce tenere i figlioli a casa. Emiliano ha collezionato l’ennesima pessima figura senza interpellare chi a scuola ci lavora. Adesso che succede? I docenti andranno in classe con 5 studenti mentre gli altri restano a casa?

Ed anche la DiD, didattica digitale integrata, interpretata alla maniera “smart” diventa qualcosa che al ministero elaborano non si sa secondo quali grandi teorie della didattica e della pedagogia.

Praticamente in una classe di 24 studenti, 12 starebbero in aula e contemporaneamente 12 starebbero on line a seguire come in TV ciò che accade in classe in diretta. E il docente cosa fa? Egli dà un occhio alla videoconferenza e uno ai banchi reali. Spiega con una mano al PC e una alla lavagna. Un super eroe della didattica, uno che mentre zittisce gli studenti in presenza deve ascoltare chi on line chiede di rispiegare.

E i compiti in classe? Come verranno svolte le prove? In classe o a casa? Fortunato chi a casa potrà farsi i fatti propri scrivendo ciò che vuole e con l’aiuto di casa ( e anche della rete, o se volete del pubblico).

A me dispiace dover pensare che a casa non solo potrà esserci lo studente prudente ma anche un amico, parente, un estraneo alla classe che da lì ha una posizione privilegiata per vedere quanto succede dentro le quattro mure dall’aula. Non è forse grave violazione della privacy? Sembra normale che un estraneo debba poter vedere e sentire ciò che avviene dentro l’aula? Per anni ci hanno bacchettati se solo un genitore arrivasse a varcare l’atrio della scuole per recarsi direttamente dentro l’aula a prelevare il proprio pargolo per una uscita anticipata mentre adesso apriamo la nostra aula fisica in mondovisione?

E che dire della didattica on line contrapposta a quella in presenza? Lo sanno i luminari del ministero che tempi modalità, verifiche e strategie didattiche sono ben diverse nelle due forme? Insomma, sono mesi che verifichiamo che dopo 40 minuti gli studenti on line si stancano, l’attenzione cala e necessitano verifiche e altri strumenti di coinvolgimento?

Aggiungerei una serie di difficoltà tecniche non di poco conto che coinvolgono gli insegnanti i quali in poco tempo si trasformano in registi, presentatori, tecnici audio-video, esperti di rete mentre nei ritagli di tempo fanno i notai, vedono chi è presente sia in aula sia on line, verificano le distanze e le rime buccali, controllano che le mascherine siano integre e che non ci siano i soliti bulli ed irresponsabili che si alzano e vagano per l’aula. Nei ritagli di tempo gli insegnanti potranno anche fare lezione, ma la cosa importante sarà poter dire che a scuola si è rientrati senza problemi.

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