Il gossip scolastico italico vede sotto i riflettori la preside del liceo Montale di Roma: pare abbia avuto una breve relazione con un alunno maggiorenne. Sentimentale o amicale o sessuale, a noi qui poco importa. Dovrebbero restare fatti privati tra due persone adulte e consenzienti, pur essendo vero che il “Codice di Comportamento” del dipendente pubblico reciti le cose un po’ diversamente.
Ma nessuno lo legge mai, questo codice. Sono quelle cose che si leggono solo quando si deve passare un concorso per accedere alla P.A. e che poi si dimenticano. Del resto – anche fra i docenti – c’è chi non si è letto mai neppure il proprio CCNL, salvo poi sorprendersi di ‘strane’ regole cui deve attenersi o cadere dalle nuvole nell’apprendere di poter fruire di un diritto che nemmeno immaginava di avere. Anche la DS del Montale sembra aver rimosso, o almeno ignorato, quel codice. Complice un ambiente a quanto sembra ostile, tale dimenticanza le è risultata fatale.
E così la gogna mediatica è oramai partita e anzi è in pieno svolgimento, e procede inesorabile con la consueta escalation di testimonianze, foto, audio, video manifestamente orientati a rappresentare questa donna come fosse una squilibrata. Scuola, stampa, social, tv. E chissà cosa sta accadendo nella chat delle mamme, quella che nelle gif circolanti sul web si trova al centro della Terra, sì, congelata nel Cocito insieme a Lucifero che mastica Giuda, Bruto e Cassio. Chat come quelle che scoperchiarono i video privati scambiati tra una giovane maestra e un amico del gruppo dei papà: di quali massimi sistemi morali staranno concionando, in questo momento?
Di questa donna sono immediatanente stati pubblicati nome e cognome e volto, ciò che di norma non accade per tutti quegli educatori, insegnanti, preti, allenatori, maestri di pianoforte e per tutta la schiera di precettori macchiatisi di reato di pedofilia sui minori affidati alla loro tutela.
Siamo davanti a una demolizione a tappeto, alla lapidazione di una Maddalena, all’imposizione di una lettera scarlatta. Da parte di una società che è contro il velo, evviva l’8 marzo, le minigonne, l’autodeterminazione uterina. Una società che sa distinguere bene i buoni dai cattivi e perciò forza Ucraina e invece Putin “totò-cacca” e anche un pappappéro. Noi che siamo sempre molto preoccupati della più grande pantomima del millennio: la santa privacy, le nostre cose, i fatti nostri, ie foto dei bimbi censurate, il giudizio sospeso nascosto nei quadri di fine anno scolastico, e per carità solo le iniziali dell’alunno nelle emaiil, ché non si sa mai, evitiamolo. Sense and Sensibilty.
Il linciaggio mediatico cui siamo sul punto di assuefarci ha cadenza pressoché settimanale ed è teso a denigrare i lavoratori della scuola con ogni mezzo, siano essi docenti o dirigenti. Sciacallaggio finalizzato a svilire l’istituzione scolastica come se già non bastassero riforme, decreti e circolari ministeriali di discutibile efficacia, i cui effetti collaterali sui nostri giovani sono da tempo sotto gli occhi di tutti.
Ora è il turno della preside del Montale, invisa al suo stesso staff, presumibilmente mobbizzata, così secondo le prime ‘notizie’ apparse, per aver voluto ripristinare ordine e decoro nell’istituto affidatole. Bella, giovanile, brava, impossibile non pestare i piedi a qualcuno, specialmente quando si vogliono modificare tradizioni o privilegi atavici, ritenuti ormai intoccabili.
Ma sotto i riflettori di chi mantiene un barlume di raziocinio, di chi al gossip preferisce l’obiettività e la concretezza, ci sono invece gli STIPENDI ARRETRATI non pervenuti ai colleghi ancora precari, il mancato RINNOVO DEL CONTRATTO, gli ancora bloccati PAGAMENTI per i progetti e i corsi di recupero dell’anno passato, le imbarazzanti modalità di RECLUTAMENTO, le classi scoperte, le palestre fatiscenti, le LIM che non ci sono, la sempre più kafkiana e pesante MOLE BUROCRATICA che grava sugli insegnanti, i ridicoli FONDI elargiti all’istruzione e alle scuole, mentre i QUATTRINI sembrano non mancare quando si tratta di sostenere una guerra.
Alla sventurata collega e coetanea ho scritto ieri qualche riga di solidarietà, che le è giunta più che gradita ancorché proveniente da una sconosciuta, forse perché non sono molte le persone su cui in questo momento può contare.
E se possiamo muoverle un biasimo, è quello di essere stata ingenua e imprudente, cosa non pertinente alla sua età e posizione in un momento così importante della sua vita. Troppo donna, sconsideratamente donna, proprio quando sarebbe stato il momento di essere più che mai esclusivamente una professionista, più che mai saggiamente attenta alle invidie, alle malelingue, al giudizio altrui.
La reputazione distrutta, un matrimonio che è probabile finirà alle ortiche, una carriera stroncata. Per aver creduto che un ragazzetto potesse tenersi per sé qualcosa che raramente anche l’uomo più adulto e signore resiste alla tentazione di raccontare.
Che gli dèi assistano questa Fedra nella sua personale tragedia.
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