Questa è la storia di Mario (nome inventato di fantasia di uno studente reale), che a piccoli passi raggiunge un traguardo inaspettato.


Mario è uno dei tanti studenti di una classe che per via del covid incontra seri problemi di apprendimento. Nella sua classe c’è anche uno studente diversamente abile ma Mario non ha problemi cognitivi. Mario dimentica in fretta ed è timido, non riesce a dire perchè, non lo sa neanche lui.

Quando inizia il terzo anno i problemi di Mario si fanno sempre più grandi. Deve affrontare argomenti difficili, deve saper programmare un PC, ricordarsi i comandi, ricordare codici e tanto altro. Non ce la fa, Mario, il giorno dopo è costretto a riprendere da capo. I docenti non lo capiscono, hanno una classe numerosa e poco tempo da dedicare a Mario, molto poco per trovare una strategia che faccia breccia nella sua mente speciale.

Quando Mario raggiunge il primo quadrimestre i risultati sono disastrosi, non ha una sola sufficienza. Alcuni docenti sarebbero pronti a scommettere che è furbo, Mario, fa finta di avere problemi, è educato, rispetta gli altri, mai un richiamo. Anche io alla fine mi convinco, Mario non potrà farcela, non potrà essere un programmatore. Un giorno lo chiamo e gli parlo in privato. “Caro Mario dovresti riconsiderare il tuo percorso di studi, qui non potrai farcela. Perchè non scegli qualcosa di più facile?”. Mario non risponde, annuisce. Incassa e porta a casa.

Passano i mesi e mario rischia di perdere l’anno. Incontro la mamma furibonda. Non mi perdona l’aver sottovalutato le competenze del figlio, quasi a considerarlo un incapace. Dalla lite, stranamente ne nasce un confronto. Riesce a farmi cambiare idea la madre, mi lascia con tanti dubbi.

Siamo in piena pandemia, ormai, siamo in DaD e Mario continua ad avere problemi ma accade qualcosa di strano. Mario è il più presente, il primo a connettersi e l’ultimo a staccare. Mi ha promesso che mi chiederà di rispiegargli ciò che non ricorda e si è fatto promettere che proverò. Mi riempie di domande, Mario, decine, centinaia di domande, chiede spesso le stesse cose. Prof. mi scusi, ma io non l’ho capito. Chiede a me, chiede alla collega di inglese, chiede a tutti. Mario è diventato lo “scassacazzi” di cui i colleghi si lamentano. “non possiamo occuparci solo di lui”, dicono e in parte hanno anche ragione. Ma come si fa a dire di no a Mario che chiede aiuto?

Intanto ho messo a punto una strategia. Mario non deve ricordare tutto ma scrivere appunti, scrivere tanto, anche al PC. Scrivere piccoli pezzi di codice, ognuno per una particolare funzione, pezzi di codice, mattoni, talmente piccoli che quando vengono replicati nei vari programmi, Mario ormai forse riuscirà a ricordarli. Frammenti che messi insieme fanno un programma. Mario non deve saper riciclare ciò che fa, e per farlo deve accumulare una montagna di codice andando a reperire quello giusto quando serve.

L’anno finisce e Mario recupera un po’, non perde l’anno ma tutti si lamentano. “Per quest’anno ce l’ha fatta ma il prossimo?”, è la frase sulla bocca di tutti. Quell’anno quasi metà classe perde l’anno. Una storia lunga, una storia legata forse al covid ma va così. Mario ce la fa.

L’anno successivo Mario non è più lo studente che dimentica. Tenace, veloce sulla tastiera, lavora dal primo all’ultimo minuto. Siamo in presenza e mi bombarda di domande. Porta a termine le consegne anche prima degli altri non perchè sia veloce ma perchè non si ferma mai. E’ sempre lì a riprendere i suoi appunti, a scavare nella miniera di dati che si è costruito. Mario non ricorda le cose semplici ma ricorda lunghi percorsi. Non ricorda dati ma ricorda dove andarli a cercare. Adesso le domande di Mario sono toste. Prof. ma come mai invece di fare in questo modo non facciamo in quest’altro modo? Non crede sia pi efficiente?

Adesso sono costretto ad assegnare consegne extra a Mario, non bastano quelle per tutti. Ora arriva il momento del grande salto. Mario non deve più usare il pc per fare il compito scritto ma carta e penna come viene richiesto a tutti. Non ha più paura di non ricordare frammenti di codice, ci proverà, ci riuscirà. Migliora nel frattempo anche l’inglese e la matematica, migliorano quelle discipline dove Mario riesce ad adottare il suo metodo. Ferme tutte le altre, quelle dove gli viene imposto l’uso della memoria, di quella memoria stupida, quella che deve ricordare nomi, sigle codici senza collegamenti logici.

Nel frattempo parlo con la madre e ci congratuliamo a vicenda, sono felice, contento di essermi sbagliato su Mario nel primo momento. Mi scuso con la madre per aver dubitato delle capacità di Mario.

Adesso è proteso verso la maturità, Mario non lo ferma più nessuno. dovrà realizzare una applicazione tutta sua da presentare il grande giorno degli esami. Ed io con una punta di orgoglio sono anche contento di essere membro interno del suo esame di maturità. Ho diritto a sedere in prima fila a quello spettacolo e salutare Mario che prende in mano la sua vita verso nuove mete.

  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Professione Insegnante ha bisogno di te

Vuoi darci una mano? Puoi aiutarci in due modi:

Sottoscrivendo un tesseramento con Professione Insegnante cliccando sull’immagine sottostante. potrai scoprire i nostri servizi e le nostre consulenze a tutela della professione insegnante.

Oppure donandoci un caffè per mantenere il nostro sito e i servizi agli insegnanti sempre aggiornati.
Puoi donare con qualsiasi carta di credito, anche 2 euro ci potranno aiutare.


Abbiamo bisogno di te


Non sei ancora socio?
scopri cosa puoi fare in PI

This will close in 20 seconds