Sembra ieri o forse no. Forse due lunghi anni sono stati i più duri che la scuola abbia conosciuto. Il 5 Marzo 2020 la scuola sperimentava un salto nel buio: la Didattica a distanza. Quanti insegnanti erano in grado di fare dad a poche ore dal decreto che stabiliva la chiusura in presenza? Quante scuole erano organizzate per fare una didattica efficace on line?


In pochi giorni gli insegnanti si sono rimboccati le maniche e tra norme contraddittorie come quelle sulla privacy, nuovi paradigmi per una didattica con gli strumenti informatici, hanno allestito quel che potevano per entrare in tutte le case e fare scuola.

Se gli studenti non possono recarsi a scuola, allora è la scuola che va a casa degli studenti e lo fa attraverso la rete, superando insormontabili ostacoli normativi e tecnologici, studiando soluzioni ottimali o anche sbagliando per poi migliorarsi.

Sono nati grossi gruppi social di mutua formazione, comunità di pratica per imparare ciò che lo Stato non era in grado di fare. Gli insegnanti imparavano di notte ciò che avrebbero applicato il giorno successivo. Il tutto dalle loro case con strumenti propri, con connettività personale.

Nel frattempo si sono avvicendati due ministri. In merito alla Dad si è passati dall’esaltazione delle prime settimane con promesse di mettere le scuole nelle condizioni di operare agevolmente alla demonizzazione qualche mese dopo.

Ricordiamo tutti le uscite dell’ex Ministra Azzolina a marzo quando prometteva piattaforme ministeriali, strumenti per gli studenti, potenziamento di ogni cosa avesse un significato tecnologico per facilitare la DaD. E potremmo elencare via via tutte le “ricette”, molte delle quali contraddittorie.

Dai banchi fissi per distanziamento fisso ai banchi con le rotelle. Dal plexiglass tra cattedra e banchi al distanziamento flessibile. Dalla didattica alternata a quella integrata e via discorrendo. Terminologie spesso recepite in modo differente dalle varie scuole.

E mentre qualcuno provava le vere soluzioni funzionanti come gli strumenti per filtrare e purificare l’aria, i ministri (Azzolina prima e Bianchi poi) rifiutavano di ridurre le classi pollaio.

Mentre ad ogni riapertura della scuola in presenza seguiva una impennata dei contagi, i ministri prontamente smentivano il fatto che ci si possa contagiare a scuola.

Infine la demonizzazione della DaD. Quando finalmente docenti e studenti sono in condizioni di fare scuola in sicurezza, arriva l’ordine perentorio di fare scuola in presenza. Lo abbiamo visto a Natale 2020 e lo abbiamo rivisto a Natale 2021.

Una gestione schizofrenica e contraddittoria della pandemia

Se da un lato la pandemia ci ha colti impreparati, dall’altro non abbiamo imparato nulla. E così in ognuna delle quattro ondate si sono ripetuti sempre gli stessi errori agendo in forte ritardo. E così i mitici banchi monoposto o a rotelle arrivavano mentre si era di nuovo in DaD, le mascherine ffp2 servivano quando ancora arrivavano quelle chirurgiche, l’ordine perentorio della didattica in presenza arrivava durante un picco di contagi dopo le feste natalizie (sia nel 2020, sia nel 2021).

L’eredità di due anni di pandemia

Ma cosa ci lasciano 2 anni di pandemia? Di certo qualche gap formativo inevitabile. Gli studenti più svantaggiati, quelli più difficili da seguire di certo non hanno beneficiato della DaD. La DaD ci lascia in eredità la consapevolezza che i rapporti sociali si costruiscono e si mantengono in presenza ma per farlo occorre essere in sicurezza. Occorre avere ambienti sicuri, sani e non essere in tanti in una piccola aula scolastica. Occorrono mascherine adeguate, protocolli che funzionano e molto altro. Tutte cose che sono venute a mancare. In due anni i ministri non hanno ridotto una sola classe pollaio, non hanno installato un solo sanificatore, non hanno distribuito le mascherine ffp2, quelle che tutti ci consigliavano di indossare ma che nessuno ci forniva pur essendo esse stesse un presidio di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Nessun riconoscimento per gli insegnanti

I dirigenti scolastici vengono coinvolti nell’organizzazione della sicurezza nelle scuole, i dirigenti scolastici delegano insegnanti e tutto il personale con incarichi anche gravosi, i dirigenti scolastici vengono premiati economicamente, gli insegnanti no. Le scuole vengono trasformate in appendici delle ASL che controllano Green Pass, fanno un resoconto giornaliero di chi è in presenza, on line, positivo, negativo, a contatto stretto ecc.. In due anni la burocrazia è cresciuta a dismisura, gli insegnanti hanno accumulato tanto stress ma zero riconoscimenti.

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