Solo uno sciocco non avrebbe intuito che il ritorno della Fornero avrebbe portato di nuovo un aumento dell’età pensionabile. Tra i meandri di un DPEF da 27 miliardi di spesa arriva qualcosa che è un risparmio, una assurdità.


Addio quota 100, arriva la quota 102 ma solo per un anno, titolano i giornali. E dopo cosa c’è? Non lo dicono ma leggendo bene c’è un progressivo aumento. Dopo non si torna alla quota 100 ma si sale, quota 103 … e così via.

Il grande paradosso sta nell’ostentare ottimismo parlando di opportunità per i giovani mentre abolisce la quota 100 quindi costringendo migliaia di lavoratori a restare a lavorare un altro anno in più.

E’ chiaro che il ritorno della Fornero, quella che è in pensione da quando aveva 59 anni e con 40 anni di contributi (una quota 99), avrebbe portato ad una inversione di tendenza.

Il pensionamento anticipato da quota 100 di fatto non ha costi per lo stato, semplicemente in base a dei calcoli il lavoratore decide di rinunciare a parte dell’assegno pensionistico. Ciò che non si capisce è come mai nonostante l’aspettativa di vita si sia abbassata di oltre un anno negli ultimi tempi, ci si ostini a non adeguarsi.

Se davvero si vuole un serio ricambio generazionale a scuola, come già stava avvenendo, occorre che quota 100 rimanga come strumento a disposizione di chi vuole andare in pensione anticipatamente lasciando spazio ai giovani.

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