Non si fa in tempo a constatare di aver speso fortune nell”‘acquisto” dei 24 CFU che ce ne vorranno altri. Sì, avete letto bene, “acquisto” dei 24 CFU, è ciò a cui sono andati incontro centinaia di migliaia di aspiranti docenti.


Se chiedi a ciascuno di loro cosa c’è dentro “i 24 CFU” forse non sanno dirlo. Ma non è colpa loro, è colpa di un sistema assurdo che persino lo stesso Ministro Bianchi ha ammesso non funzionare.

Quindi che si fa? Mentre ovunque si leggono mercificazioni dei 24 CFU per sbarcare il lunario a scuola, mentre ancora si fa fatica a vedere un buon corso abilitante, una rivisitazione dei TFA su materia o delle SISS abolite dalla Gelmini senza che venisse proposta alcuna alternativa, il Ministro ha convocato per domani, 12 aprile 2022, all’indomani delle elezioni RSU, i sindacati per spararla proprio grossa: ci vorranno ben 60 CFU per avere non una ma “mezza” abilitazione. Insomma con 60 CFU ti guadagni il diritto ad andare a fare un concorso, si quello con i quiz.

E’ indubbio che come i suoi predecessori Bianchi vuole legare il suo nome e passare alla storia come un Ministro che fa una riforma.

Sul piano delle nuove lauree l’idea potrebbe andare bene ma è sul piano transitorio, quello che chiede l’adeguamento dei già laureati che il tutto si arena e sfiora il ridicolo.

I 60 crediti di cui si parla dovrebbero essere integrati nella laurea specialistica con le discipline tipiche dell’insegnamento. Questo sarebbe un punto a favore di chi si sta per iscrivere alle lauree specialistiche e punta all’insegnamento. Troverebbe un indirizzo didattico che lo abiliti, ma a metà. Non si capisce perchè non del tutto.

Per chi ha una laurea già conseguita e addirittura ha conseguito i tanto amati- odiati 24 crediti non si sa cosa accadrà. L’ipotesi già accreditata porta al “completamento” di ciò che manca quindi ad ulteriori crediti da conseguire. Si spera nelle università private, perchè altrimenti tutto suonerebbe come una ulteriore richiesta di foraggiare i soliti “enti di formazione” che tanto hanno a cuore la scuola.

Cari colleghi precari, forse è il momento di rivoltarsi contro questo sistema che ormai ha mercificato tutto il percorso per entrare a scuola dove si dovrebbe arrivare dalla porta principale: un buon concorso o un corso-concorso che selezioni veramente i più capaci.

Una proposta “pezza”? Dare accesso GRATUITO a tutti i docenti che dovranno acquisire i 60 crediti presso una università pubblica, possibilmente tenendo conto anche dei 24 eventualmente acquisiti.

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