E’ di un paio di giorni la notizia ma ho voluto attendere il tempo necessario per leggere le reazioni di tanti politici anche di destra che bocciano una proposta irricevibile.


Se da un lato Meloni sostiene che addirittura si è “Coerenti con il mandato dei cittadini” (non si trova alcuna traccia di una proposta del genere nel programma del centrodestra che ha vinto le elezioni del 25 settembre), dall’altro i governatori di destra delle regioni del Sud manifestano perplessità e non ci stanno. Pare che la coerenza non ci sia neanche dentro la stessa maggioranza.

Scuola e Sanità a due velocità, quindi, da gestire in base ai LEP (livelli essenziali delle prestazioni), valutazione affidata ad un organismo politico che non potrà che essere di parte.

La fretta con cui viene approvato un ddl che dovrà fare tutto il percorso di discussione parlamentare sicuramente è da attribuirsi a motivazioni elettorali in vista delle prossime elezioni regionali. La Lega incassa e porta a casa un “risultato epocale”, così lo ha definito Zaia, governatore del Veneto. Dalle sue parole e da quelle di Fredriga è chiaro che non può che emergere una situazione allarmante che accentuerà ancora di più il divario Nord-sud.

E’ insostenibile, poi, una riforma a costo zero, dice il governatore della Campania De Luca. E’ chiaro che questa proposta approvata all’unanimità sia un segnale semplicemente politico. Si vedrà poi in parlamento quanto possa reggere.

20 regioni che hanno 20 diversi modo di gestire i fondi pubblici per scuola e sanità è qualcosa che non va nella direzione di un miglioramento della gestione della cosa pubblica me produrrà una ulteriore spaccatura tra regione e regione. Dare già soldi alle regioni che si mostrano più “virtuose” e performanti perchè sicuramente partono da un punto di partenza già vantaggioso non può e non dovrà essere una soluzione per migliorare ad esempio sanità e scuola nell’intero Paese.

Noi insegnanti abbiamo sempre ricevuto consigli pedagogici che vanno in direzione diametralmente opposta. Tutti i pedagogisti sono concordi del fatto che occorra impegnarsi di più con quegli studenti che hanno meno capacità per consentire a tutta la classe di raggiungere gli stessi obiettivi.

Il DDL sull’autonomia differenziata fa esattamente l’opposto e non ciò che dice Toti, governatore della Liguria che addirittura dice: “Così forse riusciremo ad appianare le differenze”. Da questa frase si evince tutta la cattiva fede di chi dice l’opposto di quanto è scritto nel ddl.

Del resto basta sentire Schifani, il collega di Toti in Sicilia e rappresentante della stessa centrodestra che governa nonché successore di quel Musumeci che ha dato parere favorevole al ddl per capire quanta confusione ci sia. Schifani dice: “no ad una Italia a due velocità”. Ecco servita la confusione da cui si evince una sola cosa: il divario tra Nord e Sud sarà destinato ad aumentare se questo DDL diventerà legge.

Il PD è pronto alla mobilitazione, lo dice Bonaccini ma sottovoce. Hai visto mai che forse qualcuno si spaventa in vista del prossimo congresso del PD per eleggere il nuovo segretario dopo il disastro prodotto da Letta?

E il Sindacato cosa fa? Non c’è nessuno che lo sa. Forse non dovrebbe perdere un solo minuto per proclamare uno sciopero generale, ma questa è una mia personalissima opinione.

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