Alla fine l’amara sorpresa arriva alla visione del cedolino degli arretrati dove i particolari emergono e fanno arrabbiare i docenti.


A prima vista una cosa che salta all’occhio anche il più distratto, è il fatto che a fronte di questi arretrati non c’è un solo euro di contributi pensionistici versato. Ricordiamo che i contributi pensionistici gravano per circa 1/3 sul compenso lordo stato. E su questa quota del 33%, il 25% è a carico dello stato e l’6% a carico del contribuente. a fronte di un imponibile di 1639 euro non ce n’è uno solo versato come contributo INPS. Questa cosa può sembrare un vantaggio per il lavoratore che non si vede detratto l’8% di contributi ma sicuramente è un danno per il fatto che lo Stato ne risparmia ben il 25%.

Un’altro elemento che ciò conoscevamo riguarda le varie detrazioni. Queste somme non sono soggette a qualcosa che le metta “al riparo” da una imposta per intero come avviene ad esempio nel classico cedolino dove le varie detrazioni per lavoro dipendente e per figli a carico divorano in parte una quota considerevole delle tasse.

Sta di fatto che nel mio caso a fronte di 1.639 euro di compenso lordo vengono calcolate ben 473 euro di tasse IRPEF. Analizzando meglio il cedolino, gli arretrati sono divisi in due componenti. Una componente “AP” ovvero per gli anni precedenti e una componente “AC” ovvero per l’anno corrente.

Per via di uno strano meccanismo che vuole che gli arretrati vengano computati in modo progressivo, la componente relativa agli anni precedenti 2019,20,21 rappresenta 899 euro mentre la componente per il solo anno corrente 2022 rappresenta 739 euro. Praticamente il 45% degli arretrati riguarda il 2022.

La seconda pagina del cedolino è quella che dimostra la batosta finale: mentre gli arretrati degli anni precedenti sono tassati ad aliquota media: 23,81%, gli arretrati per l’anno corrente sono tassati al 35%!!!

Qualcuno magari potrà osservare: grazie a questi arretrati il tuo lordo annuo sfora e quindi ben ti sta che paghi di più. In fondo alla seconda pagina sono menzionati gli imponibili annuali. Per l’anno corrente “AC” l’imponibile che min riguarda si ferma a 27.578 euro, ovvero ben al di sotto della quota di 28.000 che darebbe vita allo scaglione fiscale del 35%.

Mi sono confrontato con diverse persone il cui imponibile annuo è ben al di sotto del mio e tutte hanno riscontrato una tassazione al 35%. C’è solo da sperare in un conguaglio o nella dichiarazione dei redditi che grazie ad un bravo commercialista potrà far tornare nelle mie tasche quel 12% pagato indebitamente sui 739 euro, ovvero circa 90 euro di tasse che dovrebbero restituirmi.

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