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Trovo le parole per salutare Tina solo ora. Ho letto un post su Facebook e sono rimasta senza parole:

“Tutte le scarpe che ho indossato si sono rivelate inadatte al percorso della vita. Le ho buttate e ho continuato a piedi scalzi.”

Ho compreso immediatamente che ci stava salutando, con la dignità, l'ironia, l'incisività e con la purezza che l'hanno sempre contraddistinta.

Avevo incontrato Tina Galante, l'insegnante impegnata, attraverso Facebook durante il periodo della lotta alla 107 di Renzi e da allora siamo state sempre in contatto. Nel tempo ho scoperto la donna, una persona battagliera che non le mandava a dire. Io ho sempre apprezzato questa dote, anche quando non eravamo d'accordo.

Tina amava raccontare e, al contempo, custodiva gelosamente tanto di sé. I suoi post erano riflessioni profonde sulla vita, sulla gente, sulla politica espressi con una vis eccezionale e una capacità unica di andare dritto al punto. Sempre capace di sentire Tina.

Otium, gatti, affetti sinceri la compagnia nella sua malattia. Mai ha cessato di essere guerriera, di combattere per le sue idee e contro le prevaricazioni con un profondo spirito di solidarietà umana e di empatia.

Era una maestra amata Tina. Una giornalista e blogger stimata. Una donna eccezionale e piena di amici. Amava la vita ed era grata di tutte le esperienza, anche di quelle negative. Si definiva una sopravvissuta e sopravvissuta a tanto lo è stata. 

Aveva un blog in cui era per tutti, dal mito ovidiano, Tisbe. Un nome profetico perché Tina sapeva. Era consapevole di avere poco tempo e ha selezionato, centellinato azioni e parole, frequentazioni e gesti. E scalza ora vola e colorerà i gelsi di mille colori dell'arcobaleno per tutti noi, che restiamo qui a ricordare lei e la sua dolce anima di guerriera.

Mancherai a tutti coloro che hanno percorso con te un tratto di strada. Mancherai a me.  

Ciao, Tina