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In questi giorni abbiamo assistito all’episodio che coinvolge una insegnante ripresa in evidente stato di confusione durante il momento dell’appello. Abbiamo voluto coinvolgere il dott. Vittorio Lodolo D’oria, esperto di Burnout e stress da lavoro correlato per cercare di capire qualcosa.

D: Buongiorno e grazie di aver accettato il nostro invito. Come giudichi da quel che si può vedere il gesto degli studenti che hanno messo in circolo quel video?

R: La reazione degli studenti è impietosa ma fisiologicamente istintiva col gruppo che si trova di fronte a una situazione di evidente difficoltà dell’autorità preposta. Per fortuna la reazione si è limitata a uno “sbeffeggiamento” della docente. Non dobbiamo dimenticare che l’opinione pubblica, infarcita dai ben noti stereotipi sulla categoria professionale, ignora totalmente l’alta usura psicofisica degli insegnanti e le conseguenti malattie professionali che ne discendono (con diagnosi psichiatriche nell’80% dei casi di inidoneità all’insegnamento). Se dunque tale è la situazione di generale ignoranza tra gli adulti, cosa ci si può aspettare dai ragazzi? Si può piuttosto approfittare dell’episodio per cominciare a fare cultura sul tema del burnout e per stimolare comunque i ragazzi a fare scelte coraggiose come quella di aiutare una persona in evidente difficoltà, anziché umiliarla uniformandosi e nascondendosi nel branco

D: Per la tua esperienza, cosa può essere accaduto in quel momento? Perché secondo te l’insegnante poteva trovarsi in quello stato confusionale?

R: Molte sono le ragioni per le quali una persona può trovarsi in simili condizioni, ma occorrerebbero molti altri elementi per poter formulare anche solamente delle ipotesi diagnostiche sulle quali non possiamo avventurarci. Sarebbe per esempio assai utile conoscere i pregressi della docente: si comportava sempre così, oppure ha avuto un crollo repentino? Nel primo caso c’è da chiedersi perché non è stata “intercettata” da chi di dovere per allontanarla dall’insegnamento, nel secondo il dirigente deve chiedere subito l’accertamento medico d’ufficio con sospensione cautelare a tutela della docente stessa.

D: Lo stress da lavoro correlato può aver inciso sullo stato di salute portando l'insegnante a quella situazione? 

R: La professione insegnante è ad alto rischio di usura psicofisica e le conseguenze non vanno trascurate ma prevenute e monitorate. Purtroppo gli stessi insegnanti non conoscono le loro patologie professionali e pochissimi sono i dirigenti scolastici che effettuano la necessaria formazione e informazione previste dal DL 81/08 (artt. 28, 36, 37). Di peggio fanno quei presidi che, burocratizzando la questione, somministrano questionari che dimostrano un basso livello di Stress Lavoro Correlato nel loro istituto, finendo così col contraddire gli esiti di studi scientifici internazionali. Nel caso in esame non possiamo escludere che la professione abbia giocato la sua parte, magari anche solo slatentizzando precocemente un quadro patologico preesistente.

D: Come ritieni si possa intervenire affinché si evitino situazioni del genere? Il dirigente scolastico può far qualcosa? 

R: Per evitare episodi simili occorre colmare un vuoto assoluto nella formazione istituzionale dei dirigenti. Costoro devono essere formati circa le loro numerose incombenze medico-legali di cui le due più importanti sono la tutela della salute dei docenti e la salvaguardia dell’incolumità degli alunni. Ricordo che il DM 382/98 prevedeva in materia la formazione dei presidi che a loro volta avrebbero dovuto provvedere alla prevenzione nei docenti. Niente di tutto ciò è mai stato fatto nonostante siano passati più di vent’anni, né un solo euro è mai stato stanziato ad hoc. Arriverà mai qualche ministro illuminato che deciderà di occuparsi della salute dei docenti come punto di partenza? 

D: Nella tua attività svolta in lungo e in largo per il Paese, ti è capitato qualche caso simile da discutere in commissione medica? Cosa ne è emerso?

R: In quasi 30 anni di attività ho incontrato molti insegnanti sofferenti ma le forme più difficili da gestire sono state le psicosi (10% del totale) perché i pazienti sono inconsapevoli della loro condizione patologica. Costoro presentano inoltre un delirio persecutorio che li induce ad attribuire tutti i propri mali a colleghi, utenza e dirigente. La quasi totalità dei casi (90%) presenta diagnosi legate all’ansia e alla depressione. Ho appena pubblicato “Insegnanti, salute negata e verità nascoste” (Edises edizioni), un testo con oltre 100 storie vere per docenti e dirigenti. Nel volume affronto anche un tema inedito sul fenomeno dei “presunti maltrattamenti a scuola da parte delle maestre” che solleva molti dubbi fino a supporre che si tratti di isteria collettiva col solo fine di aprire una caccia alle streghe contro la categoria professionale delle maestre. Ma di questo parliamo un’altra volta.

Grazie mille per il tuo prezioso contributo a nome di Professione Insegnante

Invito tutti a seguire la mia pagina: www.facebook.com/vittoriolodolo  Buon anno scolastico a tutti gli amici di P.I.